ll 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day) con l’obiettivo di sensibilizzare Istituzioni mondiali e opinione pubblica sull’importanza di ridurre lo spreco di acqua e ricordare che ci sono al mondo ancora 2,2 miliardi di persone che non hanno accesso all’ acqua potabile.

La ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 ed è prevista all’interno delle direttive dell’Agenda 21, risultato della conferenza di Rio. Il tema di quest’anno è valorizzare la risorsa idrica (valuing water). Il valore dell’acqua, come ricordano le Nazioni Unite, è molto più alto del suo valore economico: l’acqua ha un valore enorme e complesso per le famiglie, il cibo, la cultura, la salute, l’istruzione, l’economia e l’integrità dell’ambiente naturale. Senza una comprensione completa del vero valore multidimensionale dell’acqua, non si potrà salvaguardare questa risorsa fondamentale.

L Italia sembra però non aver ascoltato gli allarmi sugli sprechi d’acqua. Il World Resource Institute avverte, infatti, che nel 2040 sarà in una situazione di stress idrico molto critica, ma nonostante questa previsione, in un sondaggio elaborato da Ipsos per Finish, proprio in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, emerge che solo 2 italiani su 10 ritengono la scarsità d’ acqua un problema attuale. Circa un italiano su 2, poi, sottostima il proprio consumo d’ acqua ritenendolo uguale o inferiore alla media europea, quando invece in Italia se ne consumano 220 litri al giorno pro capite  contro una media europea di 165 litri.

L’Italia, inoltre, deve fare i conti con gli acquedotti colabrodo che determinano una rischiosa pressione sulla disponibilità della risorsa idrica. Secondo gli ultimi dati Istat in Italia la dispersione in rete è quantificabile in 156 litri al giorno per abitante. Stimando un consumo pro capite pari alla media nazionale, sottolinea l’Istat, il volume di acqua disperso soddisferebbe le esigenze idriche di circa 44 milioni di persone per un intero anno.