Anche in Italia stop alle immatricolazioni di auto a benzina e diesel dal 2035

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“In linea con la maggior parte dei paesi avanzati, il phase-out delle automobili nuove con motore a combustione interna dovrà avvenire entro il 2035, mentre per i furgoni e i veicoli da trasporto commerciale leggeri entro il 2040.  Lo ha annunciato al termine della quarta riunione del CITE (Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica) il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani in una nota.

Il CITE, composto dai ministri della Transizione ecologica, delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, e dello Sviluppo economico, compie così un passo determinante verso lo stop alle immatricolazioni di nuovi veicoli a combustione interna diesel e benzina anche in Italia.

La transizione del mercato dell’automobile verso motori a zero emissioni ha ora un limite temporale, il 2035, lo stesso contenuto all’interno del pacchetto di proposte “Fit-for-55” della Commissione Europea approvato lo scorso luglio con lo scopo di mettere l’Europa in condizione di centrare l’obiettivo di riduzione dei gas serra del 55% entro il 2030.

Una posizione molto avanzata che di fatto porta anche al superamento dei target settoriali attualmente in vigore sulle emissioni di CO2 del nuovo immatricolato (-37,5% al 2030), puntando all’adozione del target proposto dalla Commissione del -55% al 2030 come passaggio precedente e forse necessario all’obiettivo del -100% al 2035.

Un percorso ambizioso che non deve rinunciare a tutte le soluzioni funzionali all’obiettivo di decarbonizzazione del settore auto e VCL, responsabili insieme di circa l’80% delle emissioni GHG del settore trasporti stradali. Prima fra tutte la riduzione del numero di veicoli circolanti di cui l’Italia è leader negativa in Europa, e in seconda battuta misure di improve tecnologico per cui occorrerà, come sottolineato anche nella nota uscita dalla riunione del CITE, valorizzare “in una logica di neutralità tecnologica non solo i veicoli elettrici ma anche le potenzialità dell’idrogeno e dei biocarburanti, in cui l’Italia sta costruendo una filiera nazionale all’avanguardia”.

In questo scenario sarà molto importante investire, anche attraverso finanziamenti pubblici mirati, sulla creazione di una filiera industriale italiana che affianchi la rapida transizione, sia negli aspetti legati alla produzione industriale dei veicoli, della componentistica, che di tutti i servizi collegati e dell’infrastruttura. Occorrono investimenti per accompagnare i processi di conversione industriale che sfruttino le nuove opportunità senza danneggiare il sistema produttivo italiano, garantendo continuità occupazionale ed evitando tensioni sociali che creerebbero resistenze al raggiungimento degli stessi obiettivi climatici.

Vogliamo ricordare, infine, come questa misura ricalchi la proposta di fermare le immatricolazioni di nuove auto diesel e benzina emersa durante gli Stati Generali della Green Economy del 2016 organizzati dalla nostra Fondazione, che in quel caso prevedeva un limite temporale al 2030 sul modello dei paesi del nord Europa e sostegno alle amministrazioni che disponessero l’esclusione progressiva dei veicoli più inquinanti dalla circolazione nei centri abitati.

 

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