Risoluzione delle Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici del Senato in tema di mobilità sostenibile

Il 2 Agosto 2017 le Commissioni riunite Lavori pubblici e Ambiente hanno approvato la risoluzione Doc. XXIV, n. 81 a conclusione dell’esame dell’affare assegnato sui temi della mobilità sostenibile (n. 1015). La risoluzione sollecita il Governo a migliorare il coordinamento e l’omogeneità delle politiche nazionali e locali a favore della mobilità sostenibile proponendo, sul piano operativo, l’istituzione di un’Unità di Missione per la mobilità sostenibile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con la funzione di Cabina di regia nazionale.


Dal punto di vista dei contenuti la risoluzione impegna inoltre il Governo su i seguenti temi:

1.Strategia nazionale e fiscale sulla mobilità;
2.Fondo nazionale trasporti e Trasposto Pubblico Locale (TPL);
3.Attuazione della Direttiva sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi meglio più nota come Direttiva DAFI[ Directive alternative fuel initiative (DAFI)];
4.Politiche locali e ciclabilità;
5.Mobilità elettrica e Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica dei veicoli alimentati ad energia Elettrica (PNIRE).

Per ciascun tema la risoluzione definisce un numero molto ampio di proposte che spaziano dall’individuazione di obiettivi e target a proposte di policy e singole misure operative, in alcuni casi estremamente dettagliate. Fra queste, ad esempio, ha avuto notevole risonanza, anche mediatica, quella della proibizione dell’immatricolazione di auto a benzina e diesel dal 2040, in linea con la medesima proposta fatta dal Governo Francese e da proposte analoghe al momento in valutazione da parte di Olanda e Regno Unito.

Sul tema della strategia nazionale emerge con chiarezza come la fiscalità ecologica sia considerata lo strumento strategico per il raggiungimento degli obiettivi di mobilità sostenibile. Questi ultimi devono scaturire da un quadro di pianificazione strategico quali la SEN o il PGTL (di cui l’Italia dovrà dotarsi al più presto per costruire quella cornice di riferimento che è essenziale per la scelta delle opera infrastrutturali da realizzare) oltre ad alcuni obiettivi politici di fondo come la riduzione del tasso di motorizzazione delle emissione dei veicoli e della domanda di trasporto.

Per il TPL si conferma come l’obiettivo di innalzare le performance del settore passi attraverso la liberalizzazione, la concorrenza “per il mercato” e, in generale, legando la quantità dei contributi pubblici a meccanismi premianti per le aziende più efficienti. A questo si aggiunge l’indirizzo di portare la vita media delle flotte dei bus italiani uguale a quella europea di sette anni, dunque incrementando ulteriormente gli investimenti già stabiliti dal Governo.
Sul tema dei carburanti alternativi la risoluzione ribadisce il principio della neutralità tecnologica impegnando il Governo a promuovere l’utilizzo dei biocarburanti, la rete di distribuzione del GNL e la realizzazione di impianti per il biometano da dedicare al settore dei trasporti.
Considerato come uno dei temi centrali della risoluzione sia il coordinamento delle politiche per la mobilità sostenibile, il tema delle politiche urbane è declinato nei termini di un invito al Governo a definire gli strumenti necessari perché, a livello locale, siano adottate politiche coerenti con gli obiettivi a carattere strategico nazionale principalmente attraverso misure di regolazione.

Per quanto riguarda la rete di ricarica elettrica la risoluzione impegna il Governo a rimuovere quegli ostacoli che stanno ritardando la realizzazione di punti di ricarica come alcuni meccanismi che riguardano la regolazione del mercato dell’energia elettrica e le procedure autorizzative. Allo stesso tempo è estremamente ricco l’insieme delle di misure di supporto alla mobilità elettrica. È significativo che nella risoluzione non si parli esplicitamente di incentivi diretti per l’acquisto di veicoli elettrici (ad eccezione di un richiamo a misure di supporto alla diffusione di bus e taxi elettrici e per le flotte aziendali) ma invece dell’adozione di un piano “temporalmente e quantitativamente definito di graduale introduzione dei veicoli elettrici e ibridi plug-in” con un “obiettivo a breve termine del 3% del mercato entro 5 anni”.

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