Campania, Calabria e Lazio sono le Regioni che presentano i migliori valori sia per le emissioni che per i consumi di energia, mentre la situazione è più articolata per le fonti rinnovabili. In generale tutte le Regioni italiane devono fare di più: nonostante i cali generalizzati dei consumi e delle emissioni registrati a causa del Covid nel 2020, nessuna Regione può dirsi in linea con gli obiettivi europei al 2030 e con quello della neutralità climatica.
Sono alcuni dei dati che emergono dal Report La Corsa delle regioni verso la neutralità climatica 2022, il rapporto realizzato da Italy for Climate in collaborazione con ISPRA e presentato questa mattina al Maxxi insieme a La Repubblica Green&Blue in occasione del Green&Blue Open Summit.
L’obiettivo della neutralità climatica è estremamente sfidante e richiede di mettere in campo interventi efficaci e spesso anche radicali a tutti i livelli ma l’Italia non è purtroppo ancora sulla strada giusta e senza un maggiore coinvolgimento delle Regioni e un loro pieno commitment non riusciremo a rispettare, come Paese, l’impegno sottoscritto a Parigi nel 2015.
Ad oggi inoltre non disponiamo di un quadro complessivo sui contributi delle singole Regioni al raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici nazionali.
L’iniziativa “La corsa delle Regioni verso la neutralità climatica” nasce in questo contesto per stimolare il dibattito nazionale.
Il Ranking misura tre parametri chiave: le emissioni di CO2, i consumi di energia, e i consumi energetici soddisfatti da fonti rinnovabili. Per ognuno di questi tre parametri sono stati misurati sia i valori assoluti raggiunti nel 2020 (lo stato) sia i miglioramenti (o peggioramenti) registrati nel biennio 2018-2020 (il trend). In particolari per questi ultimi bisogna considerare le caratteristiche molto particolari del 2020 che, a causa della pandemia, si sono tradotte in riduzioni generalizzate sia dei consumi energetici che delle emissioni di gas serra, che scendono in 18 Regioni su 20.
Dal Ranking emerge un quadro composto da tre gruppi:
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- Il gruppo di testa, quello delle Regioni con più della metà degli indicatorisopra la media nazionale, è costituito da Campania, Calabria e Lazio. Tutte queste Regioni presentano buoni valori sia per le emissioni che per i consumi di energia, mentre la situazione è più articolata per le fonti rinnovabili con la Campania che fa meglio della media nazionale sia in termini di valori assoluti 2020 che di trend, mentre il Lazio, viceversa, presenta per entrambi valori sotto media.
- Il gruppo centrale, in cui il numero di indicatori migliori e peggiori della media nazionale si equivale, è il più numeroso composto da ben 10 Regioni: Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto. Ad accomunare questo gruppo le buone performance sulle fonti rinnovabili: 8 Regioni su dieci nel 2020 hanno valori sopra la media e solo una ha fatto registrare una riduzione dei consumi da rinnovabili nell’ultimo biennio. I risultati su emissioni e consumi sono più articolati, ma comunque presentano più ombre che luci.
- Il gruppo di coda, infine, è costituito dalle 7 Regioni in cui prevale il numero di indicatori con performance peggiori della media nazionale: Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna. Questo gruppo presenta performance particolarmente negative sulle fonti rinnovabili e, più in generale, andamenti negativi per tutti gli indicatori nel biennio analizzato (con un’unica eccezione, la Lombardia.
Gli indicatori
- Emissioni di CO2: nel 2020 vanno dalle 2,1 tCO2 pro capite della Campania alle 9 della Sardegna, un divario importante, a fronte di una media nazionale di 4,9 tonnellate. Come già anticipato, a causa delle restrizioni indotte dalla pandemia, si registra una riduzione delle emissioni in ben 18 Regioni su 20 (fanno eccezione Valle d’Aosta e Abruzzo).
- Consumi di energia: l’indicatore dei consumi energetici è quello che mostra la maggiore polarizzazione geografica, con le Regioni settentrionali (unica eccezione la Liguria) tutte con consumi sopra la media nazionale, influenzati dal clima e anche dalla struttura economica. Si va da 1 tep consumato in un anno da un cittadino campano ai 2,7 di un residente in Emilia-Romagna. Come per le emissioni sull’andamento generale incide la singolarità rappresentata dal 2020: i consumi diminuiscono in tutte le Regioni con la sola eccezione della Basilicata.
- Fonti rinnovabili: anche in questo caso si registra una grande differenza di performance: dalla Liguria, con appena l’8% dei consumi coperti da rinnovabili, alla Valle d’Aosta, con addirittura il 105%, che diventa quindi la prima Regione esportatrice netta di energia rinnovabile. La rappresentazione per aree macro-geografiche è eterogenea, con ottimi valori sia per Regioni settentrionali che meridionali. Per quanto riguarda l’andamento un’Italia quasi divisa in due, con 11 Regioni che fanno segnare un aumento della quota di rinnovabili sui consumi e ben 9 in cui addirittura le rinnovabili diminuiscono (probabilmente sempre a causa del calo generalizzato dei consumi).
I Cluster
- “Le rinnovabilissime”: in Italia ci sono cinque Regioni (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Basilicata, Calabria, Molise) con almeno il 40% di consumi coperti da rinnovabili, quindi possiamo dire già in linea con l’obiettivo europeo al 2030.
- “Le coal-free”: 7 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Molise, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta) hanno azzerato i loro consumi di carbone, mentre tre Regioni appena (Puglia, Sardegna e Lazio) da sole fanno quasi l’80% del consumo nazionale di carbone.
- “Le piccole”: con l’eccezione dell’Abruzzo, tutte le Regioni con meno di 1,5 milioni di abitanti (Basilicata, Molise, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta) presentano emissioni pro capite di CO2 sopra la media, piccolo non è sempre bello!
- “La locomotiva d’Italia”: le 4 Regioni che insieme fanno oltre la metà del PIL nazionale presentano situazioni molto diverse, il Lazio si trova nel gruppo di testa, il Veneto in quello centrale mentre Emilia-Romagna e Lombardia in quello di coda, ma tutte sono bocciate sulle rinnovabili.
- “Le auto-dipendenti”: l’Italia si conferma uno dei Paesi europei con la più alta concentrazione di automobili, solo 7 Regioni hanno un tasso di motorizzazione sotto la media nazionale (666 autovetture ogni mille abitanti) con la Liguria ferma a 554 e Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta ben oltre un’auto per persona.
- “Le solarizzate”: in Italia abbiamo 359 watt di fotovoltaico installato per abitante, ma Marche e Puglia ne hanno più del doppio, mentre la Sardegna è quella che è cresciuta di più nel 2020. Ma se guardiamo al solo fotovoltaico domestico, guidano la classifica Friuli Venezia Giulia, Veneto, Sardegna, Umbria e Trentino.