Luce verde dai Paesi Ue alla nuova direttiva sulla qualità dell’aria che stabilisce entro il 2030 nuovi target per gli inquinanti, più vicini alle linee guida per la qualità dell’aria dell’Oms, così da contribuire all’obiettivo dell’Ue sull’inquinamento zero entro il 2050.
La Direttiva ha avuto il via libera formale dal Consiglio dell’Unione al fine di prevenire i rischi per la salute e i decessi prematuri dovuti all’inquinamento che causa 300mila morti l’anno in Europa. Grazie a questo nuovo provvedimento i cittadini dell’Ue saranno così in grado di chiedere un risarcimento per danni alla loro salute nei casi in cui le regole della qualità dell’aria dell’Ue non siano rispettate.
La Direttiva mette sotto osservazione, oltre agli inquinanti maggiormente critici per la salute – PM10, PM2,5, NOX, NO2 e biossido di zolfo – anche benzene, monossido di carbonio, arsenico, cadmio, piombo, nichel, benzo(a)pirene e ozono. Per questi inquinanti fissa valori limite, valori-obiettivo, obblighi di riduzione dell’esposizione media, obiettivi di concentrazione dell’esposizione media, livelli critici, soglie di allarme, soglie di informazione e obiettivi a lungo termine. La qualità dell’aria dovrà essere valutata utilizzando metodi e criteri comuni in tutta l’Ue.
Gli Stati membri avranno la possibilità di richiedere entro gennaio 2029 un rinvio del termine per il raggiungimento dei nuovi valori limite chiedendo di posticipare il raggiungimento dei livelli di qualità dell’aria di 5, 7 o 10 anni, a seconda di alcune condizioni di partenza. Entro il 2030, la Commissione europea rivedrà gli standard di qualità dell’aria e successivamente ogni cinque anni, in linea con le ultime evidenze scientifiche.
Il testo sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione. Gli Stati membri avranno due anni di tempo dopo l’entrata in vigore per recepire la direttiva nella legislazione nazionale.
L’Italia, intanto, per far fronte a due sentenze di condanna in materia di qualità dell’aria da parte della Corte di Giustizia dell’Unione europea per il superamento dei limiti di PM10 e NO2 in diverse zone del Paese e a procedure di infrazione è corsa ai ripari il mese scorso approvando il Dl 131/2024, “misure programmatiche a tutela della qualità dell’aria”.
Il provvedimento istituisce una Cabina di regia che dovrà elaborare entro il 31 dicembre 2024 un Piano di azione nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria con annesso cronoprogramma degli interventi. Il Piano – che durerà 24 mesi — sarà approvato dal Consiglio dei Ministri e individuerà anche le Amministrazioni locali obbligate a individuare le misure normative e programmatiche per assicurare il rispetto dei limiti del particolato (PM10) e del biossido di azoto (NO2).
Il decreto prevede anche che Ministero dell’ambiente approvi un programma di mobilità sostenibile, per il miglioramento della qualità dell’aria, finanziato con 500 milioni di euro per gli anni 2024-2029.