Il Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), la più grande business plan competition italiana

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Il Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), quest’anno ospitato dall’Università di Catania, è la più grande e capillare business plan competition italiana, in cui concorrono i migliori progetti d’impresa innovativa vincitori delle 16 competizioni regionali (StartCup) che coinvolgono le 47 università e incubatori associati. Roberto Pelosi, senior advisor innovation & technology della Fondazione, è da diversi anni membro della giuria del PNI.

Il Premio Nazionale per l’innovazione 2019, per la sezione Cleantech & Energy, è andato a Maxwell 2020: un additivo per liquidi refrigeranti. Grazie a nanoparticelle di ossido di alluminio di specifica dimensione si ottiene un aumento del 30% delle capacità di scambio termico negli impianti di climatizzazione e raffreddamento (HVAC), con conseguente risparmio energetico e di emissioni. Tale prodotto innovativo non si applica solo ai nuovi impianti, ma anche per quelli già esistenti, offrendo così una soluzione di “retrofitting” di grande contributo allo sviluppo del risparmio energetico. Considerando, infatti, solo i grandi impianti e solo in UE e USA si parla di 14 milioni di impianti. HT Materials Science, la start up proprietaria del brevetto alla base del prodotto Maxwell2020, nasce all’interno dell’Università del Salento e capitalizza una attività di ricerca di oltre dieci anni.

Anche altre start-up si sono distinte con prodotti innovativi.

TruckY ha sviluppato un dispositivo ADAS (Advanced Driver Assistance System) finalizzato a ridurre i consumi e le emissioni degli autocarri (massa>3,5t) adibiti al trasporto su gomma. Si tratta di uno uno “speed-advisor” in grado di fornire in real-time al conducente l’indicazione della velocità ottimale da seguire lungo il percorso. Tale velocità è calcolata secondo una metodologia brevettata; consente una riduzione dei consumi tra il 5 e il 10% per tratta e delle relative emissioni, senza maggiorazione dei tempi di percorrenza e modifiche al veicolo. La start-up nasce nell’Università di Salerno ed ha già due importanti clienti di livello nazionale.

AquaSeek, start-up nata per valorizzare i risultati di ricerca di una collaborazione far Politecnico di Torino e Princeton University, ha messo a punto e brevettato un bio-polimero di origine algale capace di catturare e immagazzinare il vapore presente nell’aria con una altissima efficienza. È stato così messo a punto un AWG (Atmospheric Water Generator) che, una volta ingegnerizzato, sarà in grado di produrre acqua ad un costo medio a € 0,05-0,10/Litro a seconda della dimensione dell’impianto stesso. Usando un innovativo processo termodinamico (brevettato) che usa calore a bassa temperatura, il sistema consuma pochissima energia, facilmente reperibile con energie rinnovabili o da microgrid; ciò rende il sistema adatto a zone remote e siccitose.

Infine B-Plas, start-up nata nell’Università di Bologna, che ha messo a punto un processo che produce bio-plastica (poliidrossialcanoati) da fanghi di depurazione, attraverso comunità batteriche. Attualmente esiste (ed è già autorizzato dalla Regione Emilia-Romagna) un impianto pilota in grado di trattare 1000 ton/anno di fango proveniente dall’industria agroalimentare e produrre circa 2 ton/anno di bioplastica. L’impianto si basa su tre fasi/processi: carbonizzazione idrotermale (HTC), pertrazione e bioreattori con colture microbiche miste (MMC); l’output è PHA di alta qualità.

Per maggiori informazioni sulle start-up citate e sulle altre che hanno partecipato al PNI contattare pelosi@susdef.it

 

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