Per rafforzare il Green Deal nel Recovery Plan italiano

di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

Il 3 luglio scorso il Consiglio dei Ministri, nell’ambito del Documento di Economia e Finanza 2020 ha varato un Programma nazionale di Riforma che “traccia le linee essenziali del Programma di Ripresa e Resilienza/Recovery Plan “, per l’utilizzo dei fondi del nuovo Strumento Europeo per la Ripresa (Next Generation EU).

Questo Programma nazionale di riforma indica 5 aree prioritarie: Finanza sostenibile a sostegno della crescita; Mercato del lavoro e scuola; Politiche sociali, sostegno alle famiglie e lotta alla povertà; Produttività, giustizia e settore bancario; Sostegno agli investimenti in chiave sostenibile. Solo in quest’ultima area prioritaria, la 5^, insieme ad altri 6 obiettivi, si indica anche il “Green and innovation New Deal”.

Nulla di definitivo: il programma da presentare a Bruxelles è ancora in discussione. È comunque il momento per contribuire a rafforzare il Green Deal nel pacchetto di misure per la ripresa italiana.

Il Pacchetto di misure italiane per accedere ai fondi di Next Generation EU sarà sottoposto al vaglio della Commissione: più sarà allineato con gli indirizzi europei, meno obiezioni incontrerà .

Intanto, come ho già avuto modo di sottolineare, renderei ben chiaro e visibile il rispetto della clausola – contenuta nella Decisione del Consiglio europeo del 21 luglio – che impegna a destinare almeno il 30% dei fondi disponibili per misure climatiche e sosterrei, senza le attuali incertezze, l’impegno, richiamato dalla Decisione, di alzare, entro la fine dell’anno, l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030, per allinearlo con la traiettoria dell’Accordo di Parigi, rivedendo il nostro Piano nazionale per il clima e l’energia (PNIEC).

Accoglierei, inoltre, le raccomandazioni del “EU Technical Expert Group on Sustainable Finance (TEG)” del 15 luglio sull’applicazione del Regolamento europeo 2020/852, pubblicato sulla Gazzetta europea il 22 giugno scorso, (sulla tassonomia) per gli investimenti ecosostenibili al Recovery Plan, stabilendo  chiaramente che si da priorità ai progetti che hanno effetti positivi per alcuni prioritari obiettivi climatici e ambientali e che comunque non si finanziano progetti che li possano danneggiare.

L′11 marzo 2020, la Commissione europea ha adottato un nuovo Piano d’azione per l’economia circolare (COM/2020/98 final) che costituisce uno dei principali elementi del Green Dealeuropeo. Il nuovo Piano d’azione indica misure per promuovere lo sviluppo dell’economia circolare che potrebbero essere inserite nel nostro Recovery Plan: per incentivare la progettazione di prodotti più circolari, di più lunga durata, riutilizzabili, riciclabili e fatti con materiali riciclati; per responsabilizzare i consumatori con informazioni attendibili e pertinenti sui prodotti  anche in merito alla durata e alla disponibilità di servizi di riparazione, pezzi di ricambio e manuali di riparazione; per favorire l’incremento della circolarità nei processi produttivi, per ridurre i rifiuti da smaltire e semplificare il riciclo.

Il 20 maggio scorso la Commissione ha pubblicato la Strategia “Farm to fork” (dal produttore al consumatore) finalizzata a inserire la filiera agroalimentare nel Green Deal europeo: con indicazioni di misure che potrebbero trovare spazio nel Recovery Plan per migliorare la sostenibilità delle produzioni e dei consumi alimentari, per promuovere il sequestro del carbonio nei suoli, per sviluppare la bioeconomia circolare e ridurre gli sprechi alimentari.


Articolo originale pubblicato su Huffington Post Blog in data 31/07/2020
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