Passi in avanti per l’approvazione della Nature Restoration Law

Nature Restoration Law

Importante passo in avanti per l’approvazione della legge europea sul ripristino della natura. La Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) del Parlamento europeo ha approvato infatti con 53 voti favorevoli, 28 contrari e 4 astensioni, l’accordo politico raggiunto lo scorso 9 novembre su questa legge (link), che rappresenta non solo un pilastro chiave della Strategia europea per la biodiversità ma anche una componente cruciale per l’intera transizione ecologica della UE. Come ribadito più volte nei documenti illustrativi del Green Deal, il ripristino degli ecosistemi rappresenta una condizione essenziale per garantire il benessere della popolazione europea e la sussistenza dei processi economici nel lungo periodo.

La proposta di Regolamento – che nei mesi scorsi è stato uno dei dossier più controversi dell’agenda verde della UE – ha avuto un percorso molto travagliato. Nella plenaria di luglio, il Parlamento europeo aveva notevolmente modificato il progetto di legge, adottando una posizione meno incisiva rispetto alla proposta della Commissione e all’approccio generale del Consiglio. Nei successivi negoziati è stato necessario raggiungere ulteriori compromessi per soddisfare i diversi portatori d’interesse e assicurare il prosieguo della proposta. L’accordo conclusivo sul testo è stato raggiunto il 9 novembre. La parola finale spetta ora alla plenaria dell’Europarlamento che dovrebbe esprimersi nella sessione del 26-29 febbraio 2024.

Le maggiori modifiche hanno riguardato i terreni agricoli. Il disegno originario prevedeva di aumentare la diversificazione del paesaggio rurale ricostruendo elementi naturali in almeno il 10% delle superfici coltivate. Ora questa soglia è eliminata. Sono inoltre divenute facoltative molte misure proposte come obbligatorie e sono state introdotte numerose deroghe, tra cui la possibilità di bypassare gli obiettivi ambientali nel caso in cui la produttività del cibo fosse minacciata. In ogni caso nei territori rurali i Paesi della UE dovranno mettere in atto misure utili a raggiungere, entro la fine del 2030 e successivamente ogni sei anni, un miglioramento di alcuni parametri come la ricchezza di alcune specie di fauna e la quantità di carbonio organico nei suoli minerali coltivati.

La Nature Restoration Law non opera solo nelle aree protette ma prevede, entro il 2050, di migliorare la condizione di tutti gli ecosistemi che necessitano di essere ripristinati. Sono inoltre fissati obiettivi aggiuntivi per i fiumi, gli impollinatori e gli ecosistemi urbani.

Sulla base di questo Regolamento ogni Stato Membro dovrà elaborare il proprio Piano nazionale per il ripristino degli ambienti naturali e dovrà monitorare e comunicare i miglioramenti ottenuti. I Piani dovranno ricercare sinergie con le azioni finalizzate alla mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, nonché alla riduzione del rischio di eventi estremi.

La Commissione Europea, entro 12 mesi dall’entrata in vigore del Regolamento, produrrà una attenta valutazione degli eventuali scostamenti tra disponibilità di risorse finanziarie e esigenze economiche per le attività di nature restoration, identificando le soluzioni più idonee per superare il divario.

Dopo il voto di febbraio, il Regolamento diventerà direttamente attuativo. Nonostante le modifiche intervenute, si tratta di una norma innovativa e ambiziosa, la cui approvazione è stata richiesta anche da molte imprese. Una sua applicazione intelligente costituisce per l’Italia – che dispone di un Capitale Naturale di straordinaria rilevanza -una grande opportunità per accrescere la competitività e la resilienza della propria economia.

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