Il Parlamento europeo ratifica l’accordo di Parigi sul clima

Anche l’Europa fa la sua parte, finalmente. Il voto con il quale il Parlamento Europeo, a larghissima maggioranza, ha espresso il proprio consenso alla ratifica dell’accordo di Parigi sul clima segna un passo in avanti importante. Affinché l’accordo potesse entrare in vigore, infatti, erano necessarie le ratifiche di almeno 55 paesi pari ad almeno il 55% delle emissioni globali. Fino ad oggi 62 paesi, pari al 51.89% delle emissioni globali, avevano formalmente depositato gli strumenti di ratifica. Ora, con il via libera da parte del Parlamento europeo, anche il Consiglio può adottare formalmente la decisione con una procedura d’urgenza in modo che l’Unione Europea – insieme ai 7 Stati membri che hanno già completato il processo di ratifica a livello nazionale (Ungheria, Francia, Slovacchia, Austria, Malta, Portogallo e Germania) – depositi la ratifica presso le Nazioni Unite. E con la ratifica dell’ Europa si supera la soglia delle emissioni richiesta. L’accordo di Parigi, se la ratifica europea verrà depositata entro il 7 ottobre (l’accordo di Parigi entra in vigore 30 giorni dopo il raggiungimento delle soglie di adesione necessarie), potrà dunque entrare in vigore in tempo per la conferenza sul clima COP 22 a Marrakech dal 7-18 novembre 2016.

Il via libera di Strasburgo viene dopo la ratifica di Cina e Stati Uniti, all’inizio di settembre, e dopo quella dell’India di pochi giorni fa. Un voto che arriva giusto in tempo per permettere all’Europa di partecipare da protagonista al tavolo delle trattative a Marrakech a novembre, durante la prossima Conferenza sul clima. Il limite ultimo per una ratifica che dia accesso alle negoziazioni è infatti il 7 ottobre 2016. Alla COP 22 si discuterà della applicazione concreta delle misure necessarie per mantenere gli impegni sottoscritti a Parigi. L’Europa si è impegnata a tagliare le proprie emissioni del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990: un obiettivo che dovrà essere tradotto in un piano d’azione concreto a livello comunitario e dei singoli paesi.
Il ritardo nei processi di ratifica dell’accordo di Parigi sembrava aver attenuato, se non addirittura cancellato, la leadership delll’Europa nell’impegno sui cambiamenti climatici, facendone un soggetto passivo ridotto ad accodarsi agli altri Paesi. Poi i 28 Ministri dell’ambiente, nella riunione straordinaria del Consiglio di pochi giorni fa, hanno impresso un colpo di acceleratore decidendo di arrivare alla ratifica in sede di Unione Europea anche senza prima aver completato le ratifiche a livello nazionali. E’ stata la svolta decisiva. Per attivare l’applicazione concreta di misure di riduzione delle emissioni resta però essenziale che tutti e 28 gli Stati membri – a partire dall’Italia – completino ora rapidamente la ratifica anche a livello nazionale.

L’Europa, in una fase difficile della propria storia, cerca di ritrovare un ruolo di primo piano nello scenario globale degli impegni per il clima. E l’entrata in vigore dell’accordo di Parigi, ormai vicina, sarà una tappa sicuramente importante. Ma ancora più importante sarà, dal giorno dopo, dare concretezza alle politiche per la riduzione delle emissioni. La partita vera inizia ora.

News: L’Europa accelera la ratifica dell’accordo sul clima
1 Ott 2016
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