Non solo PIL. Il benessere equo e sostenibile nel rapporto Istat

Un Paese che dal 2010 a oggi ha perso oltre tre punti di PIL e continua a soffrire a causa della lunga crisi economica, ma che nello stesso periodo è migliorato per quanto riguarda la salute, l’istruzione e l’ambiente. E’ questa, in sintesi, la fotografia dell’Italia scattata dall’ISTAT con il rapporto 2016 sul benessere equo e sostenibile (BES).

Giunto alla quarta edizione, il rapporto intende misurare attraverso 130 indicatori, insieme agli aspetti economici, anche quelli sociali e ambientali della situazione del paese.

Il rapporto 2016 è particolarmente importante perché dal prossimo anno, in seguito alla recente riforma della legge di bilancio, gli indicatori del benessere equo e sostenibile diventeranno a tutti gli effetti uno strumento di programmazione e valutazione delle politiche pubbliche.

Entro il 15 di febbraio di ogni anno il governo dovrà infatti presentare al parlamento un apposito documento previsionale sulla base degli effetti determinati dalla legge di bilancio, e sempre il governo dovrà ogni anno allegare al Documento di Economia e Finanza un documento relativo al BES, con riferimento sia all’andamento dell’ultimo triennio che alle valutazioni previsionali.  Si tratta di uno strumento destinato dunque ad assumere un ruolo sempre più importante, anche in funzione delle politiche necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

L’immagine dell’Italia che emerge dal rapporto 2016 è quella di un Paese segnato dalla recessione economica ma al tempo stesso con alcune tendenze di miglioramento per quanto riguarda una serie di indicatori sociali e ambientali.

L’economia italiana, in recessione fino al 2013, ha visto una lieve ripresa a partire dal 2015, ma complessivamente il PIL si è ridotto di oltre tre punti rispetto al 2010. A risentirne, naturalmente, sono soprattutto gli indicatori relativi al lavoro, al reddito, al benessere economico e alle relazioni sociali: in tutti questi casi negli ultimi due anni la tendenza negativa sembra essersi fermata o lievemente invertita, ma non abbastanza da ritornare ai livelli del 2010. Un trend positivo nell’ultimo triennio viene segnalato dagli indicatori sull’occupazione, ma i risultati migliori arrivano da quelli relativi alla salute, all’istruzione e all’ambiente. Tutto ciò – ma non è una sorpresa – in una situazione che continua a presentare notevoli divari territoriali, con il Sud che fa più fatica.

Download “Istat | BES 2016: il benessere equo e sostenibile in Italia” Pubblicato il: 22 Dic 2016

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