Migliora in Italia il benessere equo e sostenibile, lo dice il Rapporto BES dell’Istat

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Nell’ultimo anno oltre il 50% degli indicatori del benessere segnalano un deciso miglioramento per l’Italia. Il  Rapporto BES 2019 – Benessere Equo e Sostenibile, presentato dall’ Istat fornisce una lettura della realtà italiana che integra i tradizionali indicatori economici, primo fra tutti il Pil, con misure sulla qualità della vita delle persone e sull’ambiente.

Il Rapporto, giunto alla settima edizione, prende in esame 12 domini (Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Innovazione, ricerca e creatività, Qualità dei servizi) e 130 indicatori facendo un confronto con l’ anno precedente e con il 2010, anno in cui è nato il progetto Bes con l’obiettivo di valutare il progresso della società non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale. .

Sul fronte dell’ ambiente, nel confronto con l’anno precedente, e in misura più accentuata nell’analisi di medio periodo, gli indicatori mostrano una prevalenza di segnali positivi In un decennio segnato da un forte rallentamento della crescita economica, anche la pressione che il sistema economico, nel suo insieme, esercita sull’ambiente è diminuita in alcune delle sue componenti fondamentali (emissioni di gas serra, consumo materiale interno).

Ciò che e più interessante e la divergenza che si va profilando negli ultimi anni, all’uscita dalla crisi, fra l’andamento degli indicatori di pressione e quello dell’attività economica, benchè non ci siano ancora evidenze sufficienti (soprattutto per il perdurare di una fase di debolezza del ciclo economico) di un’effettiva rottura del legame fra crescita economica e pressione sull’ambiente. Migliorano anche gli indicatori della qualità dell’aria nelle città e quelli relativi alla gestione del ciclo dei rifiuti: in questi ambiti, tuttavia, la situazione resta critica, soprattutto nelle città del Nord (per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico) e nel Mezzogiorno (dove in diverse regioni piu del 50% dei rifiuti urbani sono ancora conferiti in discarica). Sono stati fatti, inoltre, importanti progressi nell’impiego delle energie rinnovabili, consentendo all’Italia di raggiungere in anticipo l’obiettivo 2020 stabilito dall’Unione europea.

Provengono segnali negativi, invece, dagli indicatori connessi al governo del territorio e alla gestione delle risorse idriche: il consumo di suolo continua ad avanzare, soprattutto al Nord, a un ritmo preoccupante, mentre aumenta la popolazione esposta al rischio idrogeologico (frane e alluvioni) e peggiora l’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua. Restano stabili rispetto all’anno precedente, ma migliorano nel medio periodo, i due indicatori di percezione: la soddisfazione per la situazione dell’ambiente nel luogo di vita (più alta al Nord, ma in crescita nel Mezzogiorno) e la preoccupazione per la perdita di biodiversità (sensibilmente più diffusa fra le persone più istruite e soprattutto fra i più giovani).

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