L’inquinamento atmosferico colpisce l’Europa, in Italia le concentrazioni più alte di particolato

Inquinamento atmosferico

Nonostante un calo dell’inquinamento atmosferico dovuto alla riduzione dei trasporti a causa del Covid, il 96% della popolazione urbana europea è stato esposto a polveri sottili al di sopra delle linee guida sanitarie stabilite dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Le più alte concentrazioni di particolato e benzo[a]pirene (un cancerogeno), si sono registrate in Italia e nell’Europa orientale.

Lo rende noto l’Agenzia Europea dell’ambiente nel nuovo rapporto “Lo stato della qualità dell’aria in Europa” che fa il punto sulle concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici nel 2020 misurati in oltre 4.500 stazioni di monitoraggio in 37 paesi europei.

L’analisi dell’AEA si concentra sugli inquinanti più dannosi per la salute umana, tra cui il particolato (PM2,5, PM10), il biossido di azoto (NO2), l’ozono (O3) e il benzo[a]pirene, e valuta le concentrazioni rispetto agli standard di qualità dell’aria dell’UE e alle linee guida dell’OMS sulla qualità dell’aria. E mentre i livelli di NO2 sono diminuiti, il particolato continua a rimanere la sfida da vincere.

Il 96% della popolazione urbana è stata esposta, infatti, a concentrazioni di particolato fine (PM2,5) superiori alla linea guida dell’OMS di 5 µg/m3. Al contrario, meno dell’1% della popolazione urbana è stato esposto a concentrazioni di PM2,5 superiori al valore limite annuale dell’UE di 25 µg/m3. Le alte concentrazioni di particolato in Italia e nell’est Europa sono dovute per i Paesi dell’est all’uso di combustibili solidi come il carbone utilizzati per il riscaldamento domestico e in alcuni impianti industriali e centrali elettriche, per l’Italia, specialmente nella Pianura Padana, per l’altra concentrazione di industrie e a causa di specifiche condizioni meteorologiche e geografiche che favoriscono l’accumulo di inquinanti atmosferici nell’atmosfera. L’esposizione al particolato fine provoca malattie cardiovascolari, cancro ai polmoni e altre malattie che portano a morti premature.

I livelli di NO2 sono diminuiti come conseguenza diretta della riduzione del trasporto su strada. Nelle principali città di Francia, Italia e Spagna, le concentrazioni medie annue di NO2 sono diminuite fino al 25% nel 2020, mentre nel mese di aprile le concentrazioni sono diminuite fino al 70% attorno a strade normalmente trafficate. Tuttavia, l’89% della popolazione urbana è stata esposta a livelli di NO2 superiori alle linee guida dell’OMS. Alte emissioni di NO2 possono causare asma e problemi respiratori. Sono diminuite anche le concentrazioni di ozono, ma restano alte in alcune aree del Mediterraneo e nell’ Europa centrale.

Entro la fine dell’anno, l’AEA pubblicherà la sua stima ufficiale dell’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana nel 2020. Nell’ambito del Piano d’azione per l’inquinamento zero del Green Deal europeo, la Commissione europea ha individuato una serie di azioni per contribuire ad affrontare la qualità dell’aria in Europa. Ciò include una revisione delle direttive sulla qualità dell’aria ambiente, con l’obiettivo, tra le altre cose, di allineare più strettamente gli standard di qualità dell’aria dell’UE con le raccomandazioni dell’OMS.

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