L’Effort Sharing Decision della UE al 2030: all’Italia -33% di emissioni

Nell’ambito degli impegni assunti dal Consiglio Europeo nel 2014 per la riduzione del 40% delle emissioni di gas serra al 2030 (baseline 1990), confermati nell’accordo di Parigi, e del quadro di regole condivise per il raggiungimento dell’obiettivo (-43% da ETS e -30% dai settori non-ETS, baseline 2005) la Commissione Europea ha pubblicato la sua proposta per le quote di Effort Sharing Decision (ESD) 2021-2030 da assegnare a ciascuno Stato membro per i settori non-ETS.

Il nuovo quadro si basa sui principi di equità, solidarietà, efficacia in termini di costi e integrità ambientale. Tutti gli Stati membri sono coinvolti, in quanto saranno in prima linea nel decidere le modalità di attuazione delle misure intese a conseguire l’obiettivo concordato per il 2030. Gli sforzi nazionali di riduzione delle emissioni vanno dal -40%, per Paesi come Lussemburgo e Svezia, sino allo 0% per la Bulgaria e il -2% della Romania. La Germania dovrà tagliare le sue emissioni del 38%, la Francia del 37% e la Spagna del 26%. Il metodo di calcolo usato da Bruxelles è una formula basata sul PIL pro capite.

Per l’Italia la proposta prevede un obiettivo di riduzione delle emissioni del -33%, corrispondente a complessive 111,7 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (MtCO2eq), che porterebbe il budget di emissioni del nostro Paese al 2030 a un totale di 226,8 milioni di tonnellate. Si tratta di una riduzione di ulteriori 67,6 MtCO2eq rispetto al budget previsto dalla precedente allocazione di EffortSharingDecision, che assegna all’Italia un budget di 294,4 MtCO2eq di emissioni al 2020.

Questa ripartizione riguarda l’obiettivo del 40% fissato prima dell’Accordo di Parigi. Come diverse fonti stimano ( compresa la Fondazione per lo sviluppo sostenibile) l’attuazione dell’Accordo di Parigi richiederà, per lo scenario”ben al di sotto dei 2°C” un impegno maggiore.

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