L’economia circolare e l’economia climaticamente neutrale

di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

Il cambiamento dal modello lineare a quello circolare della nostra economia, con una riduzione del prelievo di risorse naturali, una maggiore durata dei prodotti, una loro maggiore riparabilità e riuso, la massimizzazione del riciclo e una minimizzazione dei rifiuti da smaltire, è necessario anche per arrivare a un’economia climaticamente neutrale, con l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra.

Il consumo di materiali contribuisce in modo decisivo alle emissioni globali di gas serra. Secondo il Rapporto del 2019 dell’Environment Global Resources delle Nazioni Unite più del 50% delle emissioni totali di gas serra proviene dall’estrazione dei materiali, dalla produzione di cibo, di beni e di carburanti, dal loro trasporto e stoccaggio e dalla gestione dei rifiuti.

Anche per raggiungere la neutralità carbonica, aggiunge l’Agenzia europea per l’ambiente in un suo recente Rapporto (Paving the way for a circular economy: insights on status and potentials, 2019), non è sufficiente aumentare l’efficienza nell’uso delle risorse, facendo di più con meno materiali, ma è necessario ridurre l’uso delle risorse in termini assoluti.

Un recente rapporto, pubblicato dalla Ellen MacArthur Foundation, evidenzia che  anche un forte sviluppo delle fonti rinnovabili non sarebbe sufficiente per raggiungere  i target dell’Accordo di Parigi, perché queste potrebbero al massimo garantire per il 2050 il 55% della riduzione delle emissioni di gas serra.

Sono quindi necessarie anche altre misure per ridurre le emissioni di gas serra. Fra queste è sempre più chiaro il ruolo centrale dell’economia circolare.  Per valutare il potenziale dell’apporto dell’economia circolare al taglio delle emissioni di gas serra, la Ellen MacArthur Foundation analizza la conversione circolare di cinque settori: acciaio, plastica, alluminio, cemento e produzione di cibo.

I risultati sono incoraggianti perché la conversione verso l’economia circolare in questi comparti consentirebbe di ridurre al 2050 ben 3,7 miliardi di tonnellate di CO2: la riduzione dei rifiuti lungo l’intero ciclo produttivo porterebbe a tagliare 0,9 miliardi di tonnellate di CO2. Il riuso di prodotti e di componenti garantirebbe di tagliare 1,1 miliardi di tonnellate di CO2  e il riciclo di tutti i rifiuti generati contribuirebbe ad un  taglio di 1,7 miliardi di tonnellate di CO2.

Senza dimenticare che l’Unione Europea, in sede di pubblicazione del recente pacchetto di riforma della disciplina dei rifiuti, ha quantificato fra i benefici che l’Italia potrebbe ottenere raggiungendo i nuovi e più avanzati obiettivi europei di riciclaggio dei rifiuti e di riduzione del loro smaltimento in discarica anche la riduzione dell’emissione di quasi 111 Milioni di tonnellate di gas serra.


Articolo originale pubblicato su Huffington Post Blog in data 18/10/2019
Facebooktwitterlinkedinmail