Le città al cuore della sfida per l’adattamento climatico

Le città rappresentano uno snodo chiave per la programmazione e l’implementazione delle politiche climatiche, non solo dal lato della mitigazione (oltre due terzi delle emissioni globali di CO2 sono generate nei centri urbani) ma anche, e soprattutto, dal lato dell’adattamento ad un clima che cambia e che genera sempre maggiori danni a causa degli eventi metereologici estremi.

L’Italia è un Paese particolarmente esposto alla crisi climatica, con un aumento della temperatura media due volte più veloce della media mondiale e un numero di eventi estremi in forte e costante crescita nell’ultimo decennio. L’Osservatorio CittàClima di Legambiente ha recentemente fornito una panoramica dettagliata degli eventi meteorologici estremi nel nostro Paese degli ultimi 10 anni, con particolare riferimento alla distribuzione geografica nelle città italiane.

Fra il 2010 e il 2020, secondo Legambiente, si è assistito in totale a 946 eventi metereologici estremi, distribuiti in 507 Comuni italiani. La maggior parte degli eventi segnalati dal rapporto riguardano danni e impatti causati dalle piogge intense (allagamenti, danni alle infrastrutture e al patrimonio storico, ma anche frane ed esondazioni), confermando ancora una volta la fragilità idrogeologica del nostro Paese. Altri eventi estremi hanno riguardato le trombe d’aria e i periodi di prolungata siccità.

Oltre agli ingenti danni economici, a causa degli eventi metereologici estremi purtroppo si contano anche più di 250 morti e 50 mila persone evacuate negli ultimi dieci anni. Le città sono risultate le zone più colpite, a causa dell’elevata densità di popolazione e di una inadeguata pianificazione territoriale; tra queste si segnalano Roma (47 eventi estremi), Bari (41), Agrigento (31) e Milano (29).

 

In questo scenario la “Dichiarazione per l’adattamento climatico delle Green City”, promossa dal Green City Network e già sottoscritta da 31 città italiane, risulta più che mai attuale. La Dichiarazione fornisce degli indirizzi aggiornati con gli interventi, necessari e possibili, per prevenire e limitare rischi e danni della crisi climatica, per città più resilienti e meno vulnerabili. Di seguito i 10 punti di intervento della Dichiarazione:

 

  1. Definire ed aggiornare piani e misure per l’adattamento climatico delle città

Serve maggiore impegno: le misure che le città hanno iniziato ad attuare vanno migliorate, rafforzate e rese più estese e incisive.

 

  1. Integrare le politiche e le misure di adattamento con quelle di mitigazione del cambiamento climatico

Per contenere l’aumento medio globale delle temperature al di sotto dei 2 gradi, come previsto dall’Accordo di Parigi, sarà necessario arrivare al 2050 ad emissioni di gas serra nette vicine allo zero e quindi ad impegnative riduzioni anche nelle città al 2030.

 

  1. Aggiornare la valutazione dei rischi e le misure sia di emergenza, sia di medio e lungo termine

È necessario tenere aggiornate le conoscenze degli impatti urbani del cambiamento climatico, disporre di sistemi di allerta preventiva e di piani di emergenza per la gestione dei rischi e per ridurre l’esposizione della popolazione, in particolare dei settori più vulnerabili.

 

  1. Valorizzare le ricadute positive delle misure di adattamento e contabilizzare i costi dell’assenza delle misure

Vanno rafforzati i collegamenti tra tutela della salute e adattamento climatico e migliorata l’informazione sui rischi e i costi anche sanitari della crisi climatica insieme a quella sui benefici generati dalle misure di adattamento.

 

  1. Sviluppare le capacità adattive

L’adattamento della città è un processo di cambiamento che richiede flessibilità, aggiornamenti, capacità di incorporare la resilienza al cambiamento climatico nei piani, nelle politiche e nelle misure, negli investimenti, nella gestione e uso del suolo, delle risorse idriche, degli edifici e delle infrastrutture.

 

  1. Puntare di più sulle soluzioni basate sulla natura

Le soluzioni di adattamento basate sulla natura (Nature-based Solutions) vanno tenute ben presenti sia nella pianificazione urbanistica sia nei piani di incremento, gestione e finanziamento del verde urbano.

 

  1. Ridurre la vulnerabilità e i rischi delle precipitazioni molto intense

Fermare l’impermeabilizzazione e il consumo di nuovo suolo e aumentare gli interventi di de-impermeabilizzazione delle pavimentazioni. Le reti e le infrastrutture verdi hanno grande importanza sia come moderatore microclimatico, sia per assorbire e trattenere maggiori quantità di acque piovane.

 

  1. Affrontare le ondate e le isole di calore

Utilizzare strumenti avanzati di analisi e di valutazione delle capacità adattive alle sempre più frequenti ondate e isole di calore nelle città. Promuovere anche misure per il controllo bioclimatico degli edifici.

 

  1. Promuovere gli investimenti

Le politiche e le misure per l’adattamento urbano richiedono maggiori investimenti pubblici e privati. Collegando adattamento, mitigazione e green economy si può trasformare un rischio in un’opportunità creando sinergie fra interesse pubblico e settore privato.

 

  1. Rafforzare la governance

Per definire e attuare una strategia di adattamento climatico nella città occorre aumentare l’impegno politico e il coordinamento delle amministrazioni locali, regionali e nazionali.

 

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