La nostra proposta sul Bonus Malus sui nuovi veicoli

di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

Per attuare l’Accordo di Parigi e affrontare la crisi climatica, per migliorare la qualità dell’aria delle nostre città, ancora pericolosa per la salute, incentivare una mobilità più ecologica e disincentivare quella più inquinante, è una scelta necessaria quindi positiva.

Questa doppia scelta, di incentivo e di disincentivo economico, va inserita in quadro strategico sia di medio (al 2030) sia di lungo termine (2050) per orientare i comportamenti dei cittadini e quelli dei produttori di mezzi di trasporto. A lungo termine si dovrà arrivare a mezzi ad emissioni quasi zero e a medio termine ad abolire l’immatricolazione di nuove auto sia diesel che benzina.

Nella transizione al medio termine si dovrebbe puntare a eliminare dalla circolazione i mezzi più inquinanti, a ridurre il numero di auto per uso individuale e le loro percorrenze, ad aumentare il trasporto pubblico, quello condiviso, la mobilità ciclopedonale e incentivare la diffusione dei mezzi di trasporto più ecologici.

Quindi a chi dare il bonus fino a 6.000 euro? La priorità è certamente quella dei mezzi elettrici per il trasporto pubblico e per quello condiviso (sharing, pooling, taxi ecc.) per i veicoli commerciali leggeri, per gli scooter elettrici e le bici a pedalata assistita. Per i modelli di auto elettriche molto costose che arrivano oltre i 150.000 euro, gli incentivi farebbero piovere sul bagnato, senza efficacia pratica: vanno quindi dati solo a modelli di auto che costano meno di 40.000 euro, anche per orientare i produttori in direzione di auto elettriche meno costose, necessarie per arrivare a grandi numeri. Segnalando anche una necessaria accelerazione all’industria nazionale che deve mettersi a correre per recuperare un ritardo nella produzione di mezzi elettrici che potrebbe diventare incolmabile.

Il bonus, sempre col tetto del costo del veicolo a 40.000 euro, andrebbe dato ad auto con emissioni inferiori ai 90 grammi di CO2 per Km, purché non alimentate esclusivamente a diesel e benzina.

A chi far pagare il malus? Ai veicoli più inquinanti in maniera crescente col crescere della cilindrata e delle emissioni, più di quanto non sia previsto (col tetto a soli 3.000 euro) dalla proposta in discussione. Il livello di esenzione dal malus dovrebbe partire da un doppio riferimento: dalla cilindrata fino 1600 cc e dalle emissioni superiori a 120 grammi di CO2 tutelando le fasce a reddito più basso e le auto piccole, comunque in media meno inquinanti. Naturalmente tali tetti (90 grammi per il bonus e 120 per il malus), andranno rivisti per il 2021, quando entrerà in vigore la nuova normativa europea sulle emissioni e quando, prevedibilmente, il costo delle auto elettriche sarà più basso.

Andrebbe, infine, incentivata adeguatamente la rottamazione di autoveicoli più inquinanti fino a Euro 3, sia con sostituzione di autoveicoli ecologici, sia senza alcuna sostituzione.

LA PROPOSTA DELLA FONDAZIONE PER UN MECCANISMO DI SOSTEGNO IN FAVORE DEI VEICOLI A BASSE E BASSISSIME EMISSIONI DI GAS SERRA E PER UN SISTEMA DI MOBILITÀ PIÙ SOSTENIBILE E SOCIALMENTE INCLUSIVO | link

 

Facebooktwitterlinkedinmail