Green Acts XII – Introduzione

di Fabrizio Vigni

“Se vogliamo eliminare la povertà e la fame come richiesto dagli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, il miliardo e più di persone che non dispone oggi di elettricità deve poterla avere in maniera accessibile. Ma nello stesso tempo è bene che tale energia sia pulita, contenendo l’uso sistematico di combustibili fossili. L’auspicabile prospettiva di una energia per tutti non può portare a una non auspicabile spirale di sempre più gravi cambiamenti climatici, mediante un temibile rialzo delle temperature nel globo, più dure condizioni ambientali e l’aumento dei livelli di povertà.”

Parole chiare e forti, quelle di Papa Francesco. Nel suo incontro con i dirigenti delle principali imprese energetiche e petrolifere, il Pontefice ha nuovamente richiamato l’attenzione sulla necessità non solo di accelerare la transizione  verso le rinnovabili, ma anche di cambiare rotta per costruire una economia sostenibile ed equa, perché “la domanda di una continua crescita economica ha comportato gravi conseguenze ecologiche e sociali, visto che il nostro attuale sistema economico prospera sempre più sull’aumento delle estrazioni, sul consumo e sullo spreco.”

Cambiare rotta. Una sfida impossibile? Difficile, certo, ma non impossibile. Lo conferma, ad esempio, la Roadmap 2050 dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, secondo la quale rispettare gli accordi di Parigi non solo è possibile, ma conviene, grazie a rinnovabili e efficienza energetica. Lo evidenzia, per fare un altro esempio, lo studio presentato da Material Economics, che mostra come grazie alla circular economy sia possibile dimezzare le emissioni di CO2 dell’industria pesante europea.

L’ Europa, per quanto stia vivendo una fase molto difficile sul piano politico e istituzionale, non sembra rinunciare a una funzione di leadership nella transizione alla green economy: ne sono una conferma la conclusione del complesso iter di approvazione del pacchetto sull’economia circolare con la  pubblicazione sulla Gazzetta Europea delle nuove direttive, le  misure contro i rifiuti in plastica, e l’accordo raggiunto in questi giorni tra Parlamento europeo, Commissione e Consiglio UE, che ha dato il via libera alla nuova direttiva sulle fonti rinnovabili.  Quest’ultima prevede un obiettivo vincolante di energia rinnovabile per l’Unione Europea almeno del 32% sui consumi finali di energia al 2030 – una soglia più alta di quel 27% che era stato inizialmente proposto da Commissione e Consiglio –  con una clausola di revisione al rialzo entro il 2023. Come per le fonti rinnovabili, anche sul fronte dell’efficienza energetica arrivano buone notizie con l’intesa raggiunta tra Consiglio, Parlamento e Commissione europea sulla direttiva per l’efficienza energetica (EED II), che prevede il nuovo target del 32,5% al 2030.

Intanto in Italia, con l’effettivo avvio dei lavori della nuova legislatura, si ripropone la necessità di politiche che diano concretezza alle strategie di transizione alla green economy, anche per affrontare, come si sottolinea nell’editoriale, la questione cruciale dell’occupazione giovanile. Una transizione che richiede non solo nuove normative ma, prima ancora, adeguate politiche economiche, industriali e fiscali (la cui necessità viene confermata anche da uno studio del Senato sui sussidi ambientali) capaci di orientare e sostenere l’impegno delle imprese più innovative. Da questo punto di vista la prossima edizione degli Stati generali della Green economy, che si svolgerà a Rimini il 6 e 7 novembre, si preannuncia come un’occasione importante di riflessione e di proposta, con la consapevolezza che siamo di fronte, per usare le parole di Papa Francesco,  “a una sfida epocale ma anche a una grande opportunità”.  La stessa consapevolezza che è al centro anche del nuovo libro di Edo Ronchi, “La transizione alla green economy”, presentato in occasione dei dieci anni di vita della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

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