
I rischi climatici sono ancora in cima alle preoccupazioni globali nei prossimi 10 anni, ma nell’immediato vengono al secondo posto dopo i conflitti armati fra stati. La disinformazione e la cattiva informazione, invece, ancora resistono in testa della classifica dei rischi a breve termine (2 anni), seguiti dagli eventi climatici estremi.
La classifica dei rischi globali è contenuta nel Global Risks Report 2025, il Rapporto che, come di consueto, ha anticipato il World Economic Forum, in corso a Davos fino al 25 gennaio. Il Rapporto è basato su un sondaggio condotto tra 900 esperti e decision-maker dei vari settori dell’economia globale sulla percezione dei rischi a livello internazionale, prendendo in considerazione 5 categorie di rischi: economici, ambientali, geopolitici, sociali e tecnologici in tre intervalli temporali: nell’immediato (nel 2025), nel breve termine (2 anni) e a lungo termine (10 anni).
”Nell’ultimo anno -si legge nel Rapporto-abbiamo assistito all’espansione e all’escalation dei conflitti, a una moltitudine di eventi meteorologici estremi amplificati dal cambiamento climatico, a una diffusa polarizzazione sociale e politica e ai continui progressi tecnologici che accelerano la diffusione di informazioni false o fuorvianti. Sembra che stiamo vivendo in uno dei periodi più divisivi dalla Guerra Fredda”.
Guardando i risultati del sondaggio, i rischi ambientali dominano l’orizzonte di lungo periodo, occupando ben cinque “caselle” nella top ten. Nei primi quattro posti ci sono uno di seguito all’altro, gli eventi meteorologici estremi (come lo scorso anno), la perdita di biodiversità e il collasso degli ecosistemi, i cambiamenti critici dei sistemi terrestri e, questa è la prima volta, la scarsità di risorse naturali. Il quinto rischio ambientale per rilevanza(al sesto posto) è l’inquinamento, percepito come minaccia significativa anche nel breve termine e riflette la consapevolezza crescente dei gravi impatti sulla salute e sull’ecosistema di un’ampia gamma di inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo. A dimostrare le preoccupazioni dei più giovani – nella fascia di età fino ai 30 anni- nei confronti del cambiamento climatico, gli eventi meteorologici estremi si trovano al primo posto anche fra i rischi immediati.
Il prossimo decennio rappresenta dunque un momento cruciale per affrontare i rischi ambientali e gestire rischi complessi e interconnessi. “Le crescenti tensioni geopolitiche, la frattura della fiducia globale e la crisi climatica stanno mettendo a dura prova il sistema globale come mai prima d’ora -ha detto Mirek Duek, direttore generale del World Economic Forum. “In un mondo segnato da divisioni sempre più profonde e rischi a cascata, i leader globali hanno una scelta: promuovere la collaborazione e la resilienza o affrontare l’instabilità crescente. La posta in gioco non è mai stata così alta”.



