L’Europa accelera la ratifica dell’accordo sul clima

L’Europa mette finalmente il piede sull’acceleratore per arrivare alla ratifica dell’accordo di Parigi sul clima. I ministri dell’ambiente dei 28 Stati membri, in una riunione straordinaria a Bruxelles, hanno infatti raggiunto una posizione comune con l’obiettivo di concludere rapidamente il processo di ratifica.

Un processo che, va ricordato, è un “percorso misto” di competenza sia delle istituzioni europee che di quelle nazionali. Il Parlamento Europeo potrebbe votare la ratifica già nella sessione del 4 ottobre, e dopo che l’assemblea avrà dato il via libera la decisione sarà formalmente adottata dal Consiglio. Al tempo stesso nella riunione di Bruxelles ogni Stato membro si è impegnato a completare prima possibile le procedure nazionali di propria competenza; ma in ogni caso una volta approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio la ratifica potrà essere depositata anche prima che sia stato formalmente completato l’iter da parte dei singoli Stati.
Ad oggi l’accordo di Parigi è stato ratificato da 61 Paesi che rappresentano il 47,79% delle emissioni. Il numero dei Paesi necessari per l’entrata in vigore (55) è stato dunque superato, ma manca ancora la ratifica di Paesi che rappresentino almeno un ulteriore 7-8% delle emissioni per raggiungere l’altra condizione necessaria, ovvero il 55% delle emissioni.

L’Europa, che rappresenta circa il 10% delle emissioni di gas serra, potrà dunque finalmente ratificare l’Accordo di Parigi prima dell’avvio della Cop22 che si terrà a Marrakech dal 7 al 18 novembre, dove si discuterà su come concretizzare gli impegni definiti a Parigi, compresi quelli finanziari.  Si cerca così di superare un preoccupante ritardo, dovuto anche alla lentezza di quegli Stati che hanno lasciato passare mesi senza attivare l’iter di ratifica, mentre la Cina e gli Usa già all’inizio di settembre hanno ratificato l’accordo, e sembra imminente anche quella dell’India e del Canada.

Iniziative che hanno messo in discussione la leadership europea delle politiche sul clima e hanno spinto i 28 Ministri dell’ambiente a forzare la procedura: così i ministri per la prima volta hanno dato il disco verde a un accordo ‘misto’ (di competenza nazionale e comunitaria) senza prima aver completato la ratifica a livello nazionale. Nella UE ad oggi solo 6 paesi hanno concluso tale iter: Francia, Germania, Austria, Ungheria, Slovacchia e Malta. Ora la decisione dei 28 Ministri dell’ambiente sblocca la situazione, ma i Paesi ancora mancanti all’appello – a cominciare dall’Italia – dovranno comunque fare rapidamente la propria parte.

L’Europa prova dunque a recuperare il tempo perduto e a ritrovare un ruolo di primo piano nell’impegno globale sul clima. L’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi grazie a questa decisione è sempre più vicina. Sarà certamente una tappa molto importante. Ma ancora più importante sarà, dal giorno dopo, dare concretezza alle politiche e alle azioni per la riduzione delle emissioni.

Links:

Speaking points by Climate Action and Energy Commissioner Miguel Arias Cañete on the ratification of the Paris agreement |Press Conference, Extraordinary Environment Council | Brussels, 30 September 2016 |

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