Distretto del Po, realizzare una nature positive economy contro la perdita di biodiversità e per il benessere della comunità

Il Distretto del Po è un’area con straordinari valori naturalistici e paesaggistici, come testimonia la presenza di 5 Riserve MAB Unesco, 420 aree protette locali, regionali e nazionali, 684 siti della rete Natura 2000. Ma è anche una delle zone più densamente popolate d’Europa e in cui si concentrano alcune delle maggiori realtà produttive nazionali. Gli effetti negativi di eventi estremi sempre più frequenti hanno determinato negli ultimi anni ingenti danni alla popolazione e alle imprese, rafforzando la convinzione di dover agire con urgenza per riorganizzare le strategie di gestione del territorio e adattare i modelli produttivi a condizioni generali sensibilmente cambiate a causa dei cambiamenti climatici. È tempo dunque di affrontare in maniera integrata la crisi climatica e quella ecologica, valorizzando le diverse funzioni che possono svolgere aree naturali in buono stato di salute.

Questi elementi sono alla base del primo Forum “Biodiversità, capitale naturale, servizi ecosistemici nel distretto del Po”, organizzato dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, una due giorni  per richiamare l’attenzione sulla necessità di promuovere e ridefinire soluzioni più efficaci per affrontare i rischi climatici, avviando la transizione verso  una vera e propria  nature positive economy, una strategia di sviluppo capace di arrestare la perdita di biodiversità e creare le condizioni per una economia più resiliente e competitiva.  Il Distretto del Po costituisce, infatti, un ambito importante per la sperimentazione di iniziative innovative e ambiziose, che possono servire da guida a livello nazionale e comunitario.

Affinché ciò avvenga c’è bisogno di migliorare la qualità ecologica dei territori, con azioni di tutela, gestione e ripristino degli ecosistemi, che in molti ambiti oggi mostrano una condizione di sofferenza. A cominciare dagli ambienti d’acqua dolce. Nel Distretto del Po, su 2178 corpi idrici fluviali il 53 % presenta uno stato ecologico non buono e circa il 14 % registra uno stato chimico non buono. Quanto ai laghi, su 109 corpi idrici lacustri, il 49 % è in uno stato ecologico sufficiente o inferiore. Le ragioni principali di questa condizione sono legate principalmente alle alterazioni morfologiche e a quelle dei regimi idrologici, indotte dai prelievi. Tra i diversi fattori di pressione che agiscono sui sistemi naturali, il principale è costituito dai cambiamenti climatici. Il Distretto del Po è caratterizzato da una elevata “vulnerabilità alla crisi climatica”. con manifestazioni molteplici, tra cui la tropicalizzazione del clima, la modificazione sostanziale dei modelli di precipitazione e la comparsa ripetuta di eventi meteorologici estremi (siccità prolungate ed eventi piena lampo). Alcuni fenomeni registrati – come l’ aumento di circa 4 gradi della temperatura dell’acqua del Po tra il 1978 e il 2022 e il rilevante decremento, nell’ultimo trentennio, della portata media del fiume in chiusura di bacino – hanno già determinato profonde modifiche della biodiversità e costituiscono, nei prossimi anni, un serio rischio per la sussistenza delle attività economiche. È necessario agire con urgenza per adattarsi a queste diverse condizioni.

Puntare a livelli di tutela e strumenti di gestione della Natura più efficaci – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile-  è fondamentale per l’affermazione di modelli produttivi più resilienti e per garantire gli innumerevoli benefici che possono fornire gli ecosistemi. Esempi in tal senso solo: l’assorbimento della CO2, il controllo dell’erosione, la mitigazione degli eventi estremi, la qualità dell’habitat, la produzione agricola. La perdita, la frammentazione e il degrado della qualità degli ecosistemi compromettono, infatti, la loro capacità di generare tali benefici, con significative ricadute negative anche sui processi economici”.

Alessandro Bratti, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, fa luce sugli obiettivi di questi due giorni. “La natura stessa del forum che abbiamo voluto ed organizzato insieme a Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile non è stata quella del convegno standard, ma intende approfondire nel dettaglio ed in modo aggiornato la complessità degli argomenti, tenendo conto in maniera analitica delle diverse ed articolate prospettive che si integrano nel distretto del fiume Po. Per l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po la biodiversità non è esclusivamente un elemento da difendere e tutelare ma rappresenta un’opportunità per qualificare al meglio il territorio ed è senza dubbio anche una preziosa occasione per il tessuto imprenditoriale radicato in quest’area, che grazie a questi valori comuni e peculiarità locali può intercettare nuovi e proficui stimoli in questo periodo storico di sostanziale crisi della globalizzazione. In quest’ottica di condivisione di ciò che è presente in natura sotto forma di vero e proprio patrimonio, anche il programma Mab Unesco di Po Grande ed in generale delle Riserve presenti assume una grande rilevanza di iniziativa per favorire nuovi e possibili scenari di azione collettiva da promuovere e sostenere concretamente”.

IL SONDAGGIO

Al fine di definire un quadro conoscitivo il più possibile esaustivo, gli indirizzi strategici e le proposte concrete di possibili azioni per il raggiungimento degli obiettivi di tutela e valorizzazione del Capitale Naturale nel distretto del Po, è stata condotta un’indagine conoscitiva tra i soggetti – istituzionali, economici, sociali e tecnici –  che operano sul territorio. Dall’indagine emerge tra l’altro che  il 91,7% dei rispondenti conosce l’Autorità di Bacino distrettuale del Fiume Po; il 52% è informato sullo stato della biodiversità, il 62,1% ha informazioni su materie che hanno influenza sullo stato della biodiversità del Po, e il 55% ritiene che la biodiversità sia minacciata. Per tutelare la biodiversità per il 29% degli intervistati è necessario attivare maggiori strumenti economici e fiscali, per il 22% servono maggiori investimenti in studi e ricerche per essere più incisivi.

COME FINANZIARE LA BIODIVERSITÀ

Per la tutela e il ripristino della biodiversità esistono forme di sostegno pubblico e private. Eccone alcune tenendo conto che gli investimenti nel ripristino della natura aggiungono da 4 a 38 euro di valore economico per ogni euro speso.

Contributi europei diretti  Sono di poco più di 115 miliardi di euro i fondi europei per la biodiversità nel bilancio europeo  2021-27.

Strumenti fiscali  Gli strumenti fiscali, come ad esempio i crediti d’imposta, possono essere uno strumento per favorire l’iniziativa privata a supporto della tutela e ripristino degli ecosistemi.

Canoni, tariffe e contributi La tariffa del Servizio idrico Integrato, i contributi di bonifica e irrigazione, i canoni di prelievo idrico possono essere utilizzati anche per azioni a favore della biodiversità (come mostra il percorso innovativo realizzato dalla Regione Piemonte)

Strumenti di mercato come Crediti di biodiversità, uno strumento economico che può essere utilizzato per finanziare progetti e attività che producono risultati positivi e misurabili per la biodiversità, pagamenti per i servizi ecosistemici (PES, schemi che mirano ad individuare una remunerazione per i benefici forniti dagli ecosistemi.

Green, Social e Sustainable Bond Nel panorama degli strumenti vi sono diverse tipologie di bond: Green, Social, Sustainability (GSS). Vi sono anche i Nature Performance Bond, tipologia di obbligazioni emergente di strumenti legati alle prestazioni del debito che cercano di allineare meglio il costo del debito con il successo nella protezione o nel miglioramento del prezioso capitale naturale produttivo di un paese. Tra questi i Green BTP dello Stato Italiano che con le prime due emissioni di Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) Green, rispettivamente di 8.5 miliardi di euro a marzo e 5 miliardi di euro ad ottobre 2024, ha emesso il più grande green bond sovrano al mondo; i Green Bond degli istituti bancari, i Green Bond di aziende italiane, I green Bond emessi dalle Assicurazioni

Partenariato Pubblico Privato come i contratti di fiume, le green communities o iniziative specifiche come il Fondo “BioClima”,

Questo primo Forum  rientra  nel Progetto biennale per lo studio e la valorizzazione della biodiversità nel distretto del Po avviato dall’’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po insieme alla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Il Progetto si propone di realizzare da una parte un approfondimento delle conoscenze dei valori ecologici presenti nei territori fluviali del Distretto – funzionale ad una migliore definizione futura delle scelte di pianificazione e intervento – dall’altra una crescita del coinvolgimento e della consapevolezza di tutti i portatori d’interesse sul tema del valore del capitale naturale e dei servizi ecosistemici, anche per le attività economiche che si svolgono all’interno del Distretto

I documenti presentati: 

Download “Report della Consultazione Allargata | Biodiversità Po” Pubblicato il: 13 Mar 2025

Download “Strumenti pubblici e iniziative per la valorizzazione del Capitale Naturale nel Distretto del Po” Pubblicato il: 13 Mar 2025

Download “Strategie per la tutela, la gestione e il ripristino degli ecosistemi e l'incremento della biodiversità nel Distretto del Po” Pubblicato il: 13 Mar 2025

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