Convegno della Fondazione: controlli, monitoraggi, informazione ambientale per lo sviluppo della green economy

Tre italiani su quattro dicono che l'ambiente è un'opportunità di sviluppo e la qualità ambientale è necessaria per lo sviluppo della green economy.

La qualità ambientale. necessaria per lo sviluppo della green economy, ha bisogno di un sistema di controlli, monitoraggio e informazione ambientale innovativo, efficiente ed efficace, senza il quale c’è il rischio di una crescita dell’ illegalità e delle ecomafie e di uno spreco di risorse pubbliche, già molto scarse.

Di questo sono convinti anche tre italiani su quattro che, secondo un sondaggio IPSOS dell’ ottobre scorso, ritengono che l’ ambiente in tempo di crisi economica costituisca un’opportunità e non un limite per lo sviluppo.

Questo quanto emerso nel corso del convegno “Monitoraggio, Informazione e Controlli Ambientali per lo sviluppo della green economy”, organizzato  a Roma dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con l’ Ordine degli Ingegneri e la Provincia di Roma, con un’ampia partecipazione di esperti del settore .

Per l’ economia tradizionale – ha detto il Presidente della Fondazione, Edo Ronchi- i monitoraggi, i controlli e l’informazione ambientale, benché derivino da obblighi normativi, sono prevalentemente percepiti come oneri e vincoli.  Per la green economy, essi costituiscono, invece, utili, a volte indispensabili, condizioni per un contesto  favorevole e possono quindi essere percepiti e promossi come fattori di sostegno“.

Al  convegno sono stati  approfonditi, in particolare, tre temi rifiuti,acque,aria, direttamente connessi alla green economy.

RIFIUTI

La crisi dei rifiuti di Napoli  conferma la cronica carenza in quella realtà  di politiche  e  di azioni competenti e  determinate  nel settore e richiama la necessità di un attento riesame delle possibili criticità  del settore anche in altri territori .

Il SISTRI, il nuovo sistema per la tracciabilità dei rifiuti, ha problemi ancora non risolti. Servono proposte  praticabili per rendere l’informatizzazione della tracciabilità dei rifiuti più accessibile , più semplice e meno onerosa.

La nuova Direttiva rifiuti richiede  di misurare non solo le raccolte differenziate, ma le quantità avviate effettivamente al riciclo: occorre unificare le metodologie e migliorare i sistemi di raccolta, controllo e validazione dei dati.

ACQUA

Le recenti gravi alluvioni e frane rischiano di seminare rassegnazione e sfiducia. Occorre aggiornare i piani di bacino e le aree a rischio; occorre attivare, verificare e monitorare le misure di prevenzione e di messa in  sicurezza.

C’è una carenza di dati relativi ai servizi idrici (acqua prelevata, distribuita, scaricata) ed anche di dati economici  sulle gestioni (investimenti,tariffe,perdite).

Mentre si avvicina la scadenza del 2015 per portare le acque ad un buono stato qualitativo, come prescritto dalla Direttiva 2000/60/CE, vi sono ancora ritardi e carenze sia nell’adeguamento delle modalità di monitoraggio e di classificazione dei corpi idrici,  sia nella operatività dei piani e delle misure di tutela.

ARIA

Ci  sono carenze delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria: esse sono state collocate, per la vecchia normativa, nelle aree più inquinate delle città, non  con l’approccio sistemico della nuova Direttiva 2008/50/CE, soffrono quindi lo scarso coordinamento fra diversi gestori e, poiché il loro acquisto non è stato accompagnato da fondi per la manutenzione, spesso non funzionano.

Vi sono difficoltà tecniche, di competenze e modellistiche, a connettere concentrazioni di inquinanti secondari (es.polveri sottili) a  sorgenti di emissione e quindi a valutare l’ efficacia delle misure di prevenzione. Ancora scarsa è l’integrazione fra le misure per ridurre le emissione di gas serra e quelle per la qualità dell’aria, in particolare nell’analisi delle misure e nella comunicazione ambientale.

Occorre inoltre che le certificazioni ambientali di prodotto e di processo produttivo (dell’agricoltura come dei processi industriali ,dei beni e dei servizi, del riciclo la produzione del compost di qualità, delle prestazioni energetiche degli edifici ecc.) siano diffuse, credibili ed efficaci, quindi siano eseguite con modalità e qualità omogenee e qualificate; sostenute con controlli degli standard, dei parametri e verifiche  delle normative e delle prescrizioni; valutati comunicati e, possibilmente, incentivati  i loro  risultati ambientali.

La diffusione delle migliori tecnologie disponibili (Direttiva IPPC), la valorizzazione della tutela ambientale negli appalti, la promozione degli acquisti verdi vanno rese operative sull’intero territorio nazionale, con maggiore impegno e attenzione da parte delle amministrazioni a tutti i livelli (locali, regionali e nazionali).

La diffusione e promozione delle filiere  produttive e commerciali della green economy, richiede una migliore definizione di tipologie e caratteristiche dei prodotti e dei processi di tali filiere, partendo dalle certificazioni esistenti, per definire parametri e standard  assoggettabili a monitoraggi e controlli.

 

Documenti del seminario
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