Approvata Strategia Ue sulla Biodiversità, elemento chiave del Green Deal

Via libera alla Strategia sulla Biodiversità 2030 dell’Unione Europea, il nuovo piano a lungo termine per “proteggere la natura e invertire il degrado degli ecosistemi” approvato dalla Commissione Ue nell’ambito del Green Deal.

La nuova strategia globale sulla biodiversità vuole “riportare la natura nelle nostre vite” e vuole sottolineare come la perdita di biodiversità e la crisi climatica siano interdipendenti e si aggravino a vicenda. Ripristinare foreste, suoli e zone umide e creare spazi verdi nelle città è, infatti, essenziale per ottenere la mitigazione dei cambiamenti climatici necessaria entro il 2030.

Il Coronavirus ha dimostrato -ha detto il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans- quanto siamo vulnerabili e quanto sia importante recuperare il rapporto tra uomo e natura“. Fermare la perdita di biodiversità è anche un “imperativo economico” perché quasi la metà del PIL  mondiale è legato alla natura. “Se -ha detto Timmermans– diamo corso a tutti gli investimenti della rete Natura 2000, potremmo ottenere fino a mezzo milione di posti di lavoro supplementari. A livello globale, la conservazione degli stock marini potrebbe aumentare i profitti annuali del settore ittico di quasi 50 miliardi di euro”. Il mondo ha già perso circa 3,5-18,5 trilioni di € all’anno nei servizi ecosistemici dal 1997 al 2011 e circa 5,5-10,5 trilioni di € all’anno dal degrado del suolo.

La nuova strategia che propone di elaborare un Piano UE di ripristino della natura di ampia portata, contempla diverse misure concrete, tra le quali:

  • aumentare al 30% le aree naturali protette di terra e di mare, un terzo delle quali rigorosamente protetto (nessuna attività umana sarà consentita);
  • recuperare almeno 25.000 km di fiumi a deflusso naturale, rimuovendo barriere e opere di regimentazione non necessarie e rinaturando le piane alluvionali;
  • arrestare e invertire il declino degli uccelli e degli insetti caratteristici dei sistemi agricoli, in particolare gli impollinatori;
  • ridurre del 50% i pesticidi, sia in termini di quantità che di tossicità;
  • adibire almeno il 25% dei terreni coltivabili all’agricoltura biologica, migliorando la diffusione delle pratiche agroecologiche;
  • piantare almeno 3 miliardi di alberi, nel pieno rispetto dei principi ecologici, e proteggere le foreste primarie e antiche ancora esistenti;
  • evitare le “catture accessorie” di specie protette o ridurle a un livello che consenta il pieno recupero delle popolazioni;
  • introdurre obiettivi vincolanti per ripristinare ecosistemi cruciali;
  • ridurre del 50% il numero di specie della Lista Rossa minacciate dalle specie esotiche invasive, attraverso una maggiore regolamentazione e una più attenta gestione delle specie di flora e fauna alloctone

Adottata durante la fase centrale della pandemia di Covid-19, la strategia costituisce un elemento centrale del piano di ripresa dell’UE, fondamentale sia per prevenire la comparsa e rafforzare la resilienza a future pandemie sia per offrire opportunità commerciali e di investimento immediate che rilancino l’economia dell’Ue. Intende inoltre rendere la dimensione della biodiversità una parte integrante della strategia globale dell’Ue per la crescita economica. Per supportare questo ambizioso Piano di tutela della biodiversità europea è previsto uno stanziamento di 20 miliardi l’anno provenienti da varie fonti, tra cui fondi dell’Ue e finanziamenti nazionali e privati.

https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/communication-annex-eu-biodiversity-strategy-2030_en.pdf;

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