Alcune condizioni per la crescita verde

di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

La crescita verde può essere la strada per il rilancio economico e sociale, ma richiede alcune condizioni. Tale crescita, in primo luogo, dovrebbe essere compresa e sostenuta da una larga parte dei cittadini: come consumatori, infatti, concorrono a orientare il mercato e le scelte delle imprese e, come elettori, quelle dei decisori politici.

Per conquistare, e mantenere, un largo consenso sociale in tempo di crisi – quando molti perdono il posto di lavoro, non ce la fanno ad arrivare a fine mese, rischiano di perdere la propria attività – è necessario che le misure per la crescita verde, oltre che ecologiche e finalizzate a fermare la crisi climatica, siano efficaci per aumentare l’occupazione e promuovere attività economiche e miglior benessere.

Sappiamo che ciò è possibile. Disponiamo di esperienze consolidate di iniziative di green economy che hanno prodotto ottimi risultati anche occupazionali ed economici. Queste esperienze positive vanno studiate bene per impostare le misure per la crescita verde. Senza dimenticare che vanno comunicate con  cura e modalità adeguate per lasciare il minor spazio possibile ai pregiudizi e agli interessi anti-ecologici che vengono messi in discussione da questo cambiamento.

Non c’è crescita economica senza il coinvolgimento delle imprese. In ogni crisi economica importante una parte di imprese ha chiuso o è stata ridimensionata e, nella ripresa, la gran parte delle imprese si è rafforzata, ne sono nate di nuove e si sono sviluppate nuove attività. Non c’è ragione perché questa dinamica non si ripeta anche con la crisi attuale.

Perché la crescita verde qualifichi la ripresa, occorre quindi che coinvolga e rafforzi un gran numero di imprese, ne faccia nascere di nuove e stimoli nuove attività. Nelle economie mature una parte già consistente -circa un quarto- delle imprese è ”core-green“: svolge attività, produce beni e servizi ambientali.

Le imprese “core-green” che sono le prime beneficiarie di una crescita verde, dovrebbero fare più gioco di squadra, pesare come massa critica e svolgere un ruolo di traino dell’innovazione e degli investimenti in direzione green, puntando con fiducia sul proprio potenziale. Un’altra parte importante di imprese, di varie dimensioni, pur non producendo beni e servizi ambientali, punta su un ruolo avanzato e innovativo e si pone  sulla rotta  “go-green”, dell’elevata qualità ecologica dei processi produttivi e dei prodotti.

Le potenzialità di crescita delle imprese “go-green” oggi sono rilevanti: grazie agli sviluppi raggiunti da molte tecnologie disponibili e  ad un numero crescente di consumatori consapevoli, queste imprese possono essere non solo ecologicamente responsabili, ma anche economicamente competitive, ma vanno attivamente coinvolte in questa transizione.

Resta la terza condizione: politiche e misure adeguate da parte dei decisori istituzionali. Nella dinamica europea recente  si  nota un risveglio green, specie della nuova Commissione presieduta da Ursula von der Leyen e, con qualche  incertezza come sulle politiche agricole, anche del Parlamento europeo.

La crescita verde può essere l’anima di un rilancio anche politico dell’Europa: di una suo progetto di sviluppo, di benessere e di futuro. Potrebbe esserlo anche a livello nazionale, ma dovrebbe fare un salto qualitativo: da una condizione sollecitata dall’Europa a progetto politico strategico di sviluppo durevole, ancorato alle migliori energie e alle migliori potenzialità del Paese.


Articolo originale pubblicato su Huffington Post Blog in data 16/10/2020
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