
La life company A2A ha inaugurato il nuovo depuratore di Calvisano, un’infrastruttura strategica che contribuirà a migliorare il ciclo idrico del comune bresciano e a superare le infrazioni europee relative al trattamento delle acque reflue.
L’opera, finanziata in parte dal PNRR (6 milioni di euro), permetterà di garantire il rispetto delle normative comunitarie, migliorando la qualità dell’acqua e riducendo il rischio di sanzioni. L’intervento di A2A nel comune di Calvisano rientra in un piano complessivo da 81 milioni di euro, che comprende anche la posa della rete fognaria e la realizzazione del nuovo acquedotto, destinato a entrare in funzione entro l’anno.
Il nuovo depuratore, inaugurato il 6 marzo in presenza dei vertici dell’Amministrazione Comunale, della Provincia e di A2A, con una capacità di trattamento di 12.000 abitanti equivalenti, garantirà la separazione delle acque nere da quelle bianche e un corretto smaltimento dei reflui. L’acqua trattata sarà riutilizzabile in agricoltura, contribuendo a un uso più sostenibile della risorsa idrica, favorendo processi di economia circolare e di efficienza energetica.
“L’Italia investe ancora troppo poco nel ciclo idrico. Nel 2023 la spesa media è stata di 65 euro ad abitante, ben al di sotto degli 82 euro europei – ha dichiatato l’Amministratore Delegato di A2A Renato Mazzoncini -. Nello stesso anno A2A (socio della Fondazione) ha investito 130 euro ad abitante, a dimostrazione di quanto la gestione dell’acqua e l’efficienza delle infrastrutture siano per noi una priorità. Lavoriamo per ridurre le perdite idriche, che a livello nazionale registrano un tasso di dispersione media del 42%, e puntiamo su impianti di depurazione avanzati. Oggi i depuratori non sono solo sistemi di trattamento, ma strumenti di economia circolare: trasformano i reflui in acqua riutilizzabile, ad esempio in agricoltura, e i fanghi in energia e calore.”
A livello nazionale, sono ancora 930 i comuni italiani non conformi agli standard comunitari in materia di trattamento delle acque reflue. Come riportato nel Blue Book 2024 di Utilitalia (socio della Fondazione) e Fondazione Utilitatis, l’Italia è soggetta da vent’anni a quattro procedure di infrazione per il mancato rispetto delle direttive europee sul trattamento delle acque reflue. Il dato evidenzia la necessità di un piano d’azione nazionale per migliorare la gestione delle infrastrutture idriche e garantire servizi adeguati alle comunità.
Maggiori informazioni
Stato delle infrazioni a carico dell’Italia | link
Dipartimento per le Politiche Europee – Elenco procedure



