7 settembre la Giornata internazionale dell’aria pulita, ma nelle città europee tira brutta aria

Giornata internazionale dell'aria pulita

L’inquinamento atmosferico è la più grande minaccia ambientale per la salute pubblica a livello globale che causa 8,1 milioni di morti premature l’anno. Per sensibilizzare su questo killer invisibile, le Nazioni Unite hanno istituito a novembre 2019 l’International Day of Clean Air che cade ogni anno il 7 settembre e quest’anno ha come tema “Invest in #CleanAirNow”.

In occasione della giornata internazionale dell’aria pulita 2024, l’Onu ricorda che migliorare la qualità dell’aria è fondamentale per la salute umana, l’ambiente e per il raggiungimento degli obiettivi globali in materia di clima -l’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico sono infatti strettamente collegati – e invita quindi a costruire una partnership multi stakeholder e rafforzare gli investimenti in aria pulita.

Secondo l’Onu se si agisse subito si potrebbero dimezzare entro il 2050 le perdite causate dagli inquinanti atmosferici. Ridurre solo le emissioni di metano, un importante gas serra e inquinante atmosferico, potrebbe far risparmiare tra i 4 e i 33 miliardi di dollari. Il costo stimato dell’inazione per l’economia globale è di 8,1 trilioni di dollari all’anno, pari al 6,1% del PIL globale a causa dell’aumento dei costi sanitari.

Il nemico numero uno per la salute si chiama PM2.5, il particolato fine, l’inquinante dell’aria con i più alti impatti negativi sulla salute che vede il 99% della popolazione mondiale vivere in luoghi in cui non sono rispettati i limiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’OMS nel 2021 ha portato i livelli sicuri di PM2.5, a 5 µg/m3, dimezzando il precedente target del 2005 .

In Europa l’Agenzia Europea dell’Ambiente, EEA, nell’European city air quality viewer, appena pubblicato, certifica che solo 13 città su 375 monitorate hanno concentrazioni medie di particolato fine che sono al di sotto del livello guida dell’Oms di 5 µg/m3  e queste città appartengono quasi tutte al nord Europa e includono quattro capitali del nord: Reykjavik, Tallinn, Stoccolma e Helsinki. Nella classifica dell’EEA, nei primi tre posti per migliore qualità dell’aria, ci sono due città svedesi Uppsala e Umea e Faro in Portogallo.

In Italia, come attesta l’Onu, le persone sono esposte in media a 16 µg/m3, oltre tre volte i valori indicati dall’OMS e in particolare le città, come emerge dal report dell’EEA, si posizionano tutte nei posti bassi della classifica. La prima a comparire, al 148° posto, è Savona e il primo capoluogo di Regione è Genova, al 186° posto. Scendendo nella classifica si possono trovare tra le altre Firenze (247°), Palermo (251°), Roma (269°), Napoli (283°), Milano (354°), Torino (362°) e ben cinque città, Piacenza, Venezia, Padova, Vicenza e Cremona occupano il fondo classifica, superate per cattiva qualità dell’aria da sole due città, una polacca e una croata.

Il piano d’azione a zero inquinamento del Green Deal europeo fissa l’obiettivo di ridurre le morti premature causate da particolato fine di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005, e un obiettivo a lungo termine entro il 2050. All’inizio di quest’anno, le istituzioni dell’UE hanno raggiunto un accordo su una proposta per aggiornare le direttive sulla qualità dell’aria ambiente con l’obiettivo di allineare gli standard di qualità dell’aria dell’UE più vicini ai livelli indicativi dell’OMS e contribuire a raggiungere gli obiettivi del piano d’azione a zero inquinamento.

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