Inquinamento atmosferico: AEA fa il check up di 944 piani per la qualità dell’aria

Inquinamento atmosferico

Nel periodo 2014-2020, nell’Unione Europea, sono 944 i piani presentati per ridurre l’inquinamento atmosferico, causa di morti premature e malattie. Nei 27 Stati membri dell’Ue, infatti, 307.000 morti premature sono state attribuite al particolato fine e 40.400 all’ NO2 nel solo 2019. Soprattutto le emissioni del traffico stradale e del riscaldamento domestico sono alla base delle violazioni degli standard di qualità dell’aria dell’Unione Europea.

I piani per la qualità dell’aria, che devono essere predisposti dagli stati membri per proteggere la salute pubblica e gli ecosistemi, sono stati monitorati dal rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) Managing air quality in Europe.

La maggior parte dei piani per la qualità dell’aria interessa la riduzione dei livelli di biossido di azoto (NO2) e particolato (PM10). Dal 2014 al 2020, poco meno dei due terzi di tutti i superamenti degli standard di qualità dell’aria segnalati sono stati legati alla densità del traffico nei centri urbani e alla vicinanza alle strade principali, soprattutto a causa delle emissioni di ossidi di azoto (NOx). Il traffico stradale è stata una delle principali fonti di inquinamento atmosferico nell’Europa occidentale e settentrionale, con sei paesi, vale a dire Austria, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito, che hanno segnalato il traffico stradale come unica fonte di superamento. Al contrario, nell’Europa meridionale e orientale il riscaldamento domestico era una fonte importante che determinava il superamento degli standard per il PM10. I paesi che hanno segnalato il riscaldamento domestico come un importante fattore di superamento includono Croazia, Cipro, Bulgaria, Italia, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia.

In termini di misure messe in atto per ridurre le emissioni nell’ambito dei piani per la qualità dell’aria, due terzi interessano la riduzione delle emissioni di NOx del settore dei trasporti, mentre solo il 12% il riscaldamento domestico e il 4% sul settore agricolo. Le misure più comuni adottate per ridurre le concentrazioni di NO2, PM10, PM2,5 e BaP sono la pianificazione e gestione del traffico e il miglioramento del trasporto pubblico. Altre misure frequentemente segnalate includono la gestione dei parcheggi, i limiti di velocità, le zone a basse emissioni e i trasferimenti modali nei trasporti. Complessivamente, il 19% delle misure ha interessato l’informazione pubblica e l’istruzione attraverso i media. Il 14% delle misure ha preso in considerazione l’uso di combustibili a basse emissioni per fonti fisse di piccola, media e grande scala e fonti mobili.

Nell’ambito del  Zero Pollution Action Plan, del Green Deal europeo, la Commissione europea ha fissato l’obiettivo per il 2030 di ridurre il numero di morti premature causate da PM2,5 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 2005. La Commissione sta inoltre rivedendo le direttive sulla qualità dell’aria ambiente per allineare gli standard di qualità dell’aria dell’UE ai nuovi orientamenti dell’OMS sulla qualità dell’aria pubblicati a settembre 2021.

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