Una Carta per la rigenerazione urbana delle green city

di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

Con l’adesione di 72 Città e di 63 esperti, 12 di altri Paesi, è stata presentata la scorsa settimana, dal Green city network, la “Carta della rigenerazione urbana delle green city” come chiave per il Green Deal in Italia. La Carta parte dalla premessa che forse mai come in questa pandemia abbiamo potuto toccare con mano quanto sia importante la qualità dell’ambiente in cui viviamo, dell’aria che respiriamo, della vivibilità del nostro quartiere, della nostra zona e della nostra città. Abbiamo bisogno di città più resilienti, meno esposte e meno vulnerabili difronte a crisi di vasta portata.

La Carta propone di attuare un vasto programma, adeguatamente finanziato, di rigenerazione urbana quale pilastro fondamentale del pacchetto di stimolo per la ripresa dell’economia, in grado di mettere in moto una pluralità di attività economiche, di mobilitare importanti investimenti anche privati, di attivare una consistente occupazione, di rivitalizzare tessuti sociali ed economici locali e i poli decisivi dello sviluppo italiano: le città, grandi e piccole.

La rigenerazione urbana secondo l’approccio della green city assume quale priorità strategica la qualità ecologica al fine di assicurare sostenibilità e resilienza dei programmi e dei progetti di intervento nell’era della crisi climatica, della scarsità di suolo e delle altre risorse naturali.

Il consumo di suolo compromette la disponibilità di una risorsa scarsa e indispensabile, sostanzialmente non rinnovabile. L’alto consumo di suolo, riscontrato nella maggior parte delle aree urbanizzate, ha causato degrado e impatti paesaggistici, perdita di aree naturali e agricole, erosione e impermeabilizzazione dei suoli e aumento dei rischi idrogeologici.

La crisi climatica ha crescenti e rilevanti impatti nelle città che devono diventare protagoniste nelle misure di mitigazione, per abbattere le emissioni di gas serra. Vanno anche individuate e programmate strategie integrate di adattamento, per prevenire e ridurre la vulnerabilità dell’ambiente costruito agli eventi atmosferici estremi, per aumentare la resilienza e mitigarne gli effetti.

Occorre puntare su un’elevata qualità urbanistica degli interventi, tutelare e valorizzare la ricchezza dei valori storici e identitari, delle espressioni culturali, dei saperi, delle opere e dei manufatti che caratterizzano le aree coinvolte. Nella rigenerazione urbana occorre promuovere progetti di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio urbano esistente, storico, consolidato o di recente costruzione, che uniscano l’elevazione delle prestazioni energetiche e ambientali al miglioramento della qualità progettuale e architettonica.

Nella rigenerazione urbana, infine, vanno aumentate le infrastrutture verdi: dalle alberature stradali alle pareti e coperture verdi degli edifici, dai giardini pubblici e privati  agli orti urbani, dai parchi  ad altre aree verdi inglobate nel tessuto urbano fino alle cinture verdi periurbane.

Con la consapevolezza, ormai ampiamente supportata dalla ricerca e dall’esperienza consolidata, verificate in molte città, che anche gli obiettivi sociali (di benessere, di sicurezza e di inclusione sociale) e di sviluppo economico (di rivitalizzazione e rilancio di attività economiche locali e di occasioni di occupazione) nelle grandi città come nei piccole comuni, sono strettamente connessi e dipendenti dalla qualità ecologica: dalla vivibilità, dalla attrattività, dal recupero e risanamento delle aree e degli edifici degradati.


Articolo originale pubblicato su Huffington Post Blog in data 17/07/2020
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