Parte la COP 21 a Parigi

In una Parigi blindata ha preso il via ufficialmente il vertice Onu sul clima che ha chiamato a raccolta più di 150 leader mondiali.

Ad accoglierli a  Le Bourget, trasformato in una fortezza, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e il presidente francese Francois Hollande che, nel suo discorso di apertura, ha definito la Cop21 come “un’immensa speranza che non abbiamo il diritto di deludere. È una sfida che non dobbiamo perdere perché si tratta di un miliardo di essere umani che ci guarda”.

L’accordo che la comunità internazionale è chiamata a definire punta a limitare il riscaldamento globale a 2 gradi rispetto ai livelli dell’era pre-industriale. In vista della conferenza 183 paesi su 195 hanno già presentato il loro impegno a ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Un significativo passo avanti, ma insufficiente, che porterebbe comunque a un riscaldamento prossimo ai 3 gradi.

La vera novità di questo summit, che si tiene a 23 anni di distanza dalla firma della convenzione quadro sulla protezione dell’atmosfera, è che in sostanza nessuno mette più in discussione la direzione verso cui bisogna procedere. E infatti gli scogli da superare sono solo in parte di natura ambientale. Le difficoltà maggiori riguardano il sistema di aiuti per far decollare elementi di green economy nei Paesi a scarsa industrializzazione; la velocità della spinta verso la decarbonizzazione; la formula giuridica da adottare per dare valore vincolante all’accordo senza passare dal Senato americano a maggioranza repubblicana che non ratificherebbe mai un trattato sul clima (Kyoto insegna).

I negoziati andranno avanti fino all’ 11 dicembre.

Approfondimenti tecnico-tematici sul negoziato saranno disponibili sul sito del Comitato scientifico della Fondazione al seguente link: comitatoscientifico.org

Facebooktwitterlinkedinmail