Nel Green Economy Report Ecopneus delineata la green strategy della filiera

L'Economia Circolare è ancora una volta l'argomento affrontato in occasione dell'evento di presentazione del Green Economy Report Ecopneus 2014, sviluppato in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

E’ la chiusura del cerchio nel recupero dei pneumatici fuori uso, infatti, l’obiettivo della green strategy che il principale sistema consortile per una gestione sostenibile dei pneumatici fuori uso in Italia presenta nel rapporto 2014 Ecopneus nella Green Economy. Una strategia che, a partire dagli obblighi di legge per la gestione dei PFU, si sviluppa in un articolato percorso in cui i PFU diventano una risorsa da valorizzare in relazione alle numerosissime opportunità di riciclo in prodotti e applicazioni.

Il rapporto 2014, infatti, non si limita a rendicontare le performance, seppur ragguardevoli e ancora una volta oltre gli obiettivi previsti dalla legge (+13% della raccolta rispetto all’immesso al consumo dei soci), di gestione dei pneumatici fuori uso raggiunti dal sistema consortile, ma racconta le azioni messe in campo da Ecopneus a sostegno della qualificazione della filiera del recupero in un vero e proprio settore industriale che, misurandosi rispetto a obiettivi incrementali di economia circolare per l’efficienza delle risorse, si pone in una prospettiva di miglioramento continuo finalizzata a massimizzare i benefici ambientali, economici e sociali attraverso il riciclo.

Per dare un’idea delle potenzialità e dell’importanza di obiettivi sfidanti di circolarità delle risorse nel settore, basti pensare che l’analisi ambientale proposta dal rapporto evidenzia come la gestione Ecopneus 2014, che avviato a recupero di materia il 36% dei PFU gestiti e a recupero di energia il 64%, abbia consentito di evitare l’emissione in atmosfera di 344mila tonnellate di CO2 equivalente, un quantitativo pari al fermo di 75mila automobili che percorrano 30mila km in un anno; di risparmiare 377 mila tonnellate di risorse minerali e fossili, l’equivalente di una volta e mezza il peso dell’Empire State Building; di non consumare e inquinare 1,8 milioni di m3 di acqua per un volume pari a cinque volte la portata media giornaliera del fiume Tevere.

Ma non è tutto. A questi vantaggi per l’ambiente, che sono stati possibili grazie all’impegno di 66,7 milioni di euro di risorse economiche derivanti da contributi ambientali distribuite efficacemente da Ecopneus alla filiera della raccolta e del recupero (una rete di 103 imprese e 700 addetti impegnati a tempo pieno) a remunerazione delle se attività svolte, si aggiungono ulteriori vantaggi economici per il Paese in termini di riduzione del fabbisogno di materia prima vergine di importazione per un valore pari a 105 milioni di euro, imputabili principalmente al riciclo del polimero di gomma in prodotti e applicazioni, tra cui pavimentazioni ludiche e sportive, campi da calcio in erba artificiale, materiali per l’edilizia, manufatti per l’arredo urbano, asfalti modificati a bassa rumorosità.

La rilevanza di questi contributi e la verifica dell’opportunità di amplificarne ulteriormente il valore aumentando ancor di più la quota di riciclo dei PFU nel sistema è stato sottolineato da tutti i relatori intervenuti nel dibattito che è seguito alla presentazione del rapporto: con una esortazione a Ecopneus di mantenere saldo il suo impegno nella direzione intrapresa e uno stimolo a tutti gli stakeholder coinvolti di fare la loro parte. A partire dalle imprese della filiera, che migliorando la qualità dei granuli di gomma possono più facilmente aggredire i mercati del riciclo, soprattutto all’estero; e fino alle Istituzioni, che razionalizzando l’attuale normativa sulle autorizzazioni alle imprese del settore, nonché aggiornando i decreti per il recupero dei rifiuti in chiave End-of-Waste, possono incidere fortemente nello sviluppo una vera e propria economia circolare delle risorse che consenta alle eccellenze italiane del riciclo di emergere e competere anche sul piano internazionale.

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