Hi-Tech&Ambiente 2015: presentato il Green Economy Report Remedia

L'economia circolare è stato il tema di Hi-Tech Ambiente, l’evento annuale organizzato da Remedia, il consorzio nazionale per la gestione dei rifiuti tecnologici che quest'anno festeggia i 10 anni dalla sua fondazione.

Il Consorzio Remedia ha dedicato l’edizione 2015 dell’evento annuale Hi-Tech & Ambiente al tema dell’economia circolare. L’evento, organizzato come Conferenza in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile e moderato dal Direttore Raimondo Orsini, ha visto la partecipazione di importanti personalità del mondo della ricerca, della politica e del business a livello nazionale e internazionale.

Dopo i saluti di Walter Rebosio, Presidente di Remedia, Edo Ronchi ha presentato i concetti chiave caratteristici dei modelli di economia circolare evidenziandone il ruolo, l’importanza e le potenzialità, ma anche i limiti e i rischi, nel percorso più ampio verso una green economy dell’industria.

Il Prof. Friedrich Hinterberger, Direttore del Sustainable Europe Research Institute (SERI), ha illustrato le possibili ricadute positive di modelli di economia circolare sulle dinamiche dei flussi di materiali a livello globale, sui quali il centro di ricerca è specializzato, sottolineando l’importanza che anche la circular economy, più tipicamente vista come un’opportunità per l’industria, mantenga le caratteristiche di sviluppo inclusivo e teso al miglioramento del benessere e della qualità della vita di tutte le comunità di stakeholder coinvolte nelle diverse filiere produttive. Vincenzo Gente, rappresentante della Comissione Europea per la DG Research & Innovation, ha illustrato il percorso impostato dalla nuova Commissione Junker per lo sviluppo del nuovo pacchetto sulla Circolar Economy; tema che è stato successivamente ripreso anche da Stephane Arditi, Waste Policy Officer per European Environmental Bureau, che ha illustrato lo stato dell’arte del dibattito europeo sul nuovo pacchetto di misure, evidenziandone gli aspetti positivi e le contraddizioni, tra i vari stakeholder coinvolti (Commissione, Parlamento, ONG, Industria).

La prima sessione della Conferenza si è chiusa con due interventi di grande importanza nel panorama mondiale.

Uno di Woodrow II Clarks, Premio Nobel per la pace nel 2007 come membro dell’International Panel on Climate Change, ha sviluppato il suo intervento presentando le best practice di alcune grandi imprese americane; l’altro di Xiyan Zhang, Vice Secretary General della International Green Economy Association in Cina, che, nel presentare l’evoluzione dell’economia del riciclo in relazione agli obiettivi di crescita economica della Repubblica Popolare Cinese, ha posto l’accento sulle possibili opportunità per l’Italia e le imprese del settore del trattamento e del riciclo di rifiuti tecnologici di partecipare alla transizione in corso. A conclusione della prima sessione di interventi, Andrea Bianchi, Direttore per le politiche industriali di Confindustria, ha riferito il suo intervento all’ineludibilità di un salto di qualità delle filiere industriali del sistema Italia in un’ottica di circolarità delle risorse, sottolineando con forza le opportunità offerte dai modelli di economia circolare per il rilancio della competitività del sistema Paese nella sfida dei mercati globali.

Nella seconda sessione Andrea Barbabella, responsabile energia e reporting della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha presentato il Green Economy Report Remedia 2014. Un documento originale in cui si integrano due piani di approfondimento: uno di rendicontazione sulle performance dell’organizzazione secondo la metodologia di green economy reporting assessment sviluppata dalla Fondazione; l’altro proiettato al futuro, nel quale si analizza come il paradigma della circular economy potrà incidere anche sui modelli operativi di un sistema come quello di Remedia.

In sintesi, il bilancio di Green economy Remedia evidenzia che dalle 42 mila tonnellate di rifiuti tecnologici gestiti dal Consorzio nel 2014, oltre il 92% è stato avviato a recupero di materia o di energia, consentendo di riciclare metalli (il 51% del totale), vetro (24%) plastica (20%) e altri materiali (5%). Numeri che, tradotti in indicatori di beneficio ambientale elaborati come footprint sul ciclo di vita della filiera del riciclo, evidenziano:

· Carbon footprint: emissioni evitate per 177 mila tonnellate di CO2 equivalente, di cui 39 mila tonnellate, pari a oltre 8 mila autovetture che ogni anno percorrono 30 mila km, imputabili al riciclo di materia e ulteriori 138 mila tonnellate imputabili a una corretta gestione di frigoriferi e condizionatori che hanno evitato la dispersione in atmosfera di circa 50 tonnellate di fluidi gassosi ad elevato potenziale climalterante (CFC e altri gas con un potere climalterante fino a 12 mila volte superiore rispetto a quello della CO2), smaltiti per termodistruzione

· Material footprine: estrazione evitata di 80 mila tonnellate di risorse minerali e fossili, un peso equivalente a 220 Airbus 38, uno degli aerei più grandi al mondo.

· Water footprint: consumo e inquinamento d’acqua evitato per un totale di 708 mila m3, l’equivalente in volume di circa 300 piscine olimpioniche o, in altri termini, la quantità necessaria all’irrigazione di campi per la produzione di 550 tonnellate di grano.

· Land footprint: consumo evitato di suolo per una superficie pari a 382 ettari di territorio, l’equivalente di circa 500 campi da calcio regolamentari. Inoltre, per quel che riguarda i benefici economici e sociali connessi al riciclo dei rifiuti tecnologici nella gestione Remedia, il bilancio di green economy elabora un risparmio per il sistema Paese di circa 21 milioni di euro derivante dalle mancate importazioni di materiali, in gran parte metalli sempre più costosi, e da una filiera di 307 lavoratori stabili.

L’importanza di questi numeri ha trovato riscontro anche nelle relazioni su casi studio reali che sono seguite. Andrea Celli, Direttore Strategie di Philips, che ha presentato l’ambizioso programma di economia circolare impostato dalla multinazionale olandese per le catene del valore delle apparecchiature medicali, delle lampade e delle apparecchiature di consumo. Christian Hegelueken, Direttore per le relazioni con l’Europa di Umicore, ha messo in evidenza le opportunità per le imprese dello sviluppo di cicli chiusi nel riciclo di metalli e i limiti dell’attuale organizzazione delle filiere del riciclo indicando la necessità di una maggiore integrazione tra i diversi attori della catena del valore per a favorire la massimizzazione del recupero di materia dai rifiuti tecnologici. Grazia Barberio, ricercatrice dell’Unità Tecnica per le Tecnologie Ambientali di Enea, ha presentato un importante progetto di innovazione tecnologica e simbiosi industriale sviluppato dell’ente di ricerca in Sicilia. Fabio Degli Esposti, Direttore Generale di Nespresso, ha infine presentato le implicazioni organizzative di supply chain affrontate nell’implementare il programma di economia circolare elaborato dalla multinazionale del caffè per il riciclo delle capsule di alluminio.

In conclusione, Danilo Bonato, Direttore Generale di Remedia, ha espresso la sua soddisfazione per gli stimoli ricevuti dalla giornata, rimarcando il ruolo strategico che i Sistemi Collettivi di gestione dei rifiuti possono giocare per uno sviluppo effettivo della circular economy nei diversi settori di intervento e raccogliendo la sfida per quel che riguarda la filiera dei prodotti tecnologici.

Download “Green Economy Report Remedia | 2014” Pubblicato il: 11 Giu 2015

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