Guido Ghisolfi: un leader degli imprenditori della green economy

di Edo Ronchi

Guido Ghisolfi è venuto a mancare. Mentre esprimo le sentite condoglianze ai familiari, mi unisco al cordoglio di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Lo conoscevo ormai da diversi anni: ho un ricordo molto vivo di quando mi raccontava di questa nuova tecnologia che avrebbe consentito di ricavare bioetanolo da scarti lignei (come la paglia) o da coltivazioni non idroesigenti, possibili anche in terreni poveri e inquinati (come la canna comune), quindi non competitivi con le produzioni alimentari come la canna da zucchero, la barbabietola o il mais.

E quando mi informava sulle difficoltà incontrate per far partire lo stabilimento di Crescentino: il primo al mondo a utilizzare su scala industriale questa tecnologia chiamata Proesa (prodezza in portoghese).

Da cinque anni, con la Chemtex, poi divenuta Biochemtex, società di ingegneria, di ricerca e sviluppo del gruppo Mossi &Ghisolfi dedicata al bioetanolo di seconda generazione, era socio della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, adesione che aveva appena rinnovato anche per quest’anno.

L’eredità che lascia alla green economy italiana é grande almeno quanto il vuoto che si è creato con la sua scomparsa.

Guido Ghisolfi è stato un leader di una nuova generazione di imprenditori della green economy proprio per la sua capacità, non comune, di visione ampia e lunga, unita ad una competenza multidisciplinare con la quale è stato, fra i pochi, in grado di collegare ricerca e innovazione tecnologica e industrializzazione dei potenziali green.

Edo Ronchi

Roma, 4 marzo 2015

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