Un piano decennale in 8 punti per il Green New Deal in Italia

Saranno le proposte per avviare concretamente un Green New Deal, che potrebbe portare in pochi anni in Italia circa 200 miliardi di nuovi investimenti e oltre 800 mila posti di lavoro, e per affrontare la crisi climatica e raggiungere così gli obiettivi dell’Accordo di Parigi riducendo le emissioni di gas serra a circa 260 milioni di tonnellate entro il 2030, al centro del dibattito della sessione plenaria di apertura il 5 novembre degli Stati Generali della Green Economy 2019.

 Gli Stati Generali della Green Economy, giunti all’ottava edizione, promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico e della Commissione Europea, che si svolgeranno il 5 e 6 novembre 2019 alla Fiera di Rimini di Italian Exhibition Group, nell’ambito di Ecomondo, hanno proprio come tema il “Green New Deal e sfida climatica: obiettivi e percorso al 2030”,

Il via ai lavori, il 5 novembre, è affidato a Edo Ronchi, del Consiglio Nazionale della Green Economy, a cui seguiranno gli interventi di Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Antonio Misiani, Viceministro dell’Economia e delle Finanze, e di Riccardo Fraccaro, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il Green New Deal è una svolta storica – ha sottolineato Edo Ronchiche richiede la definizione di obiettivi strategici, un dibattito partecipato e un programma decennale al 2030 necessario sia per affrontare la crisi climatica sia per rilanciare la green economy e farla diventare la forza trainante del rilancio dell’Italia. La Legge di Bilancio 2020 contiene novità positive per il Green New Deal come i fondi per la decarbonizzazione dell’economia, l’economia circolare, l’adattamento e la mitigazione climatica e le prime disposizioni di revisione dei sussidi dannosi per l’ambiente, ma per realizzarlo non basta certo una sola legge di bilancio, ma una strategia a lungo termine”.

 Sono otto gli obiettivi strategici del “Piano decennale per il Green New Deal” proposti dagli Stati Generali della Green Economy:

  • Obiettivi climatici ambiziosi, aumentando l’impegno di riduzione dei gas serra del Piano Energia e Clima dal 37% al 50%;
  • Transizione ad un’energia efficiente e rinnovabile, rendendo più incisiva la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, raddoppiando il contributo delle pompe di calore, aumentando geotermia, solare termico, biomasse e arrivare per le rinnovabili elettriche al 65% nel 2030;
  • Transizione efficiente a un’economia circolare con un recepimento rapido ed efficace delle Direttive europee, dando seguito allo sblocco dell’end of waste, incentivando il riciclo e il mercato dei prodotti;
  • Rigenerazione urbana secondo il modello delle green city attraverso un programma pluriennale;
  • Tutela del capitale naturale e lo sviluppo dell’agricoltura di qualità utilizzando la nuova PAC;
  • Decarbonizzazione dei trasporti riducendo le auto in città con investimenti nel servizio pubblico, costuendo15.000 nuovi chilometri di corsie preferenziali e piste ciclabili e incrementando la sharing mobility;
  • Maggiore impegno per la formazione, la ricerca, l’innovazione e la digitalizzazione orientate alla green economy aumentando gradualmente le risorse destinate all’ eco-ricerca e sviluppo da 8,7 euro per abitante ai 25 della Germania;
  • Riforma fiscale spostando il prelievo dal lavoro ai gas serra e introducendo quindi, contemporaneamente, una carbon tax i cui proventi servano per investimenti green e un forte taglio del cuneo fiscale. Una carbon tax di 40 euro a tonnellata per combustibili e carburanti fossili nei settori non ETS significherebbe un aumento di 10 centesimi al litro per il gasolio e otto per la benzina con un circa 2 miliardi di nuove entrate.
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