Il re è nudo, ma non basta saperlo

di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

Ascoltando Greta Thunberg al Senato la settimana scorsa riflettevo su come la consapevolezza della gravità dell’attuale crisi climatica globale avesse coinvolto in modo così profondo una ragazzina, indubbiamente intelligente, ma pur sempre di 16 anni e come mai lei avesse un impatto d’opinione così forte sui media e fosse riuscita anche a riempire quell’aula così austera di parlamentari e giornalisti.

Una volta dimostrato che la Terra non è piatta e che è lei che gira intorno al sole e non viceversa, lo capiscono tutti, anche i ragazzini. Ormai la crisi climatica è talmente ben spiegata e i suoi effetti in corso così documentati che chiunque la può capire, senza grandi difficoltà. Rimane sempre qualcuno che, nonostante la copiosa mole di studi scientifici e le gravi conseguenze sperimentate, nega l’evidenza.

Per vari motivi: per non rimangiarsi le tesi sbagliate che ha sostenuto in passato quando la questione non era ancora così chiara, perché ha interesse a farlo o anche solo per stupidità, fattore sempre presente nelle vicende umane. E non è nemmeno difficile informarsi e documentarsi. Anche i ragazzini hanno accesso a una gran mole di informazioni ormai disponibili sui social media che, ben utilizzate anche in minima parte consentono di conoscere gli effetti gravi che già sta generando la crisi climatica in varie parti del mondo e di farsi un’idea fondata di come potrebbero aggravarsi.

Perché ha avuto un simile impatto d’opinione? Ricordiamo tutti la fiaba di Andersen che narra di un re molto attento al suo abbigliamento che viene ingannato da due imbroglioni che dicono di avere scoperto un tessuto sottile e leggero, invisibile agli stolti e agli indegni. I cortigiani non lo vedono, ma per non essere giudicati male lodano la magnificenza di quel tessuto. Anche il sovrano non vede il tessuto, ma per non svelarsi indegno, finge di essere compiaciuto per il nuovo abito. Col nuovo vestito invisibile il re sfila per le vie della città di fronte a una folla di cittadini che applaudono e lodano a gran voce la sua eleganza, finché un bimbo grida “Il re è nudo!”, attirando l’attenzione di tutti i presenti.

Greta ha un grande impatto d’opinione perché dice ciò che in molti ormai sappiamo: la crisi climatica è grave e non stiamo facendo ciò che serve per farvi fronte. Lo dice perché non deve compiacere nessuno di quelli che fanno opinione, non deve risultare gradita a chi sta bene seguendo la corrente. Ottiene l’attenzione di molti, della gran parte forse, per una ragione semplice: perché sappiamo che dice la verità e che per conformismo o quieto vivere molti ignorano o fingono di non vedere.

Attenzione però anche al finale della fiaba: ciononostante, il sovrano continua imperterrito a sfilare nudo come se nulla fosse successo. E devo dire che ascoltando interventi e commenti, dopo l’intervento di Greta, qualche sospetto mi è venuto.

Mi è parso che non pochi, pur avendo applaudito Greta, abbiano poi continuato a non indicare politiche e misure necessarie per affrontare questa crisi climatica come priorità. Ai tempi di Andersen, tuttavia, la conoscenza e l’informazione non avevano una possibilità e una rapidità di diffusione comparabili con quelle dei nostri giorni. E chi fa finta di nulla, negando l’evidenza, oggi rischierebbe molto di più di essere ritenuto, prima o poi, troppo stupido per governare un Paese.


Articolo originale pubblicato su Huffington Post Blog in data 26/04/2019
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