L’inquinamento atmosferico è ancora troppo alto in Europa, Rapporto EEA

Nonostante i lenti miglioramenti, l’inquinamento atmosferico continua a superare i limiti e le linee guida dell’Unione europea e dell’Organizzazione mondiale della sanità. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) nel report 2018 “Qualità dell’aria in Europa”, l’inquinamento atmosferico rappresenta ancora un pericolo per la salute umana e l’ambiente.

L’inquinamento atmosferico- ha affermato – Hans Bruyninckx, Direttore Esecutivo dell’Agenzia Europea per l’ambiente – è un killer invisibile e dobbiamo intensificare i nostri sforzi per affrontare le cause. In termini di inquinamento atmosferico, le emissioni dei trasporti stradali sono spesso più dannose di quelle provenienti da altre fonti, poiché queste si verificano a livello del suolo e tendono a verificarsi nelle città, vicino alle persone. Questo è il motivo per cui è così importante che l’Europa raddoppia i suoi sforzi per ridurre le emissioni causate da trasporti, energia e agricoltura e investire per renderli più puliti e più sostenibili”.

Secondo il report 2018, il trasporto su strada è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico in Europa, in particolare di inquinanti come il biossido di azoto e il particolato. Ma anche le emissioni da agricoltura, produzione di energia, industria e riscaldamento domestico contribuiscono all’inquinamento atmosferico.

Il particolato (PM), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono troposferico (O3) causano il maggior danno alla salute umana. Le alte concentrazioni di inquinanti nell’aria continuano ad avere un impatto sulla salute dei cittadini europei, in particolare quelli che vivono in aree urbane. Secondo l’EEA, in Europa 3,9 milioni di persone abitano in aree dove sono superati contemporaneamente e regolarmente i limiti dei principali inquinanti dell’aria (Pm10, biossido di azoto e ozono). Di queste, 3,7mln, cioè circa il 95%, vive nel Nord Italia.

L’inquinamento atmosferico ha anche notevoli ripercussioni economiche, riducendo l’aspettativa di vita, aumentando i costi sanitari e diminuendo la produttività a causa delle giornate lavorative perse per problemi di salute.

La relazione copre un’ampia gamma di sostanze inquinanti e dimostra che il settore agricolo è responsabile di oltre il 90% delle emissioni di ammoniaca nell’UE. l rapporto dell’EEA evidenzia che mentre altre emissioni sono diminuite, le emissioni di ammoniaca dall’agricoltura sono aumentate nel periodo 2013-2016. Nel report sulla qualità dell’aria “La sfida della qualità dell’aria nelle nostre città” , realizzato nel 2017 dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, si mostravano i dati per l’Italia: il settore agricolo, secondo i dati dell’inventario Ispra, nel 2015 era responsabile del 96% delle emissioni in atmosfera di ammoniaca, un importante precursore del particolato atmosferico.

Le politiche passate e attuali e i progressi tecnologici hanno portato a progressi lenti ma costanti nel ridurre questi impatti negativi, ma non sono ancora sufficienti per raggiungere gli obiettivi di qualità dell’aria. Stime aggiornate nel rapporto indicano che le concentrazioni di PM2,5 sono state responsabili di circa 422.000 decessi prematuri in 41 paesi europei nel 2015, di cui circa 391.000 nei 28 Stati membri dell’UE. Il nostro Paese è al secondo posto in Europa per morti per Pm2,5 (60.600), dopo la Germania, e al primo per le morti da biossido di azoto (20.500) e per l’ozono (3.200).

Un’emergenza che è al centro della prima Conferenza globale sull’inquinamento atmosferico e la salute, convocata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e in corso in questi giorni a Ginevra. Da martedì 30 ottobre a mercoledì 1° novembre, a Ginevra, è in programma la prima Conferenza Mondiale sull’Inquinamento Atmosferico e la Salute, organizzata dall’Organizzazione mondiale della sanità (WHO) e con la partecipazione dell’UNFCCC, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

La conferenza presenterà una “Richiesta di azione urgente” con un accordo su un obiettivo per ridurre l’inquinamento atmosferico. Secondo il rapporto dell’OMS “Air pollution and child health: prescribing clean air”, pubblicato in questi giorni, il 93% dei ragazzi al di sotto dei 15 anni è esposto a livelli di polveri sottili (PM2,5) superiori a quelli previsti dalle linee guida dell’Oms sulla qualità dell’aria.

Air quality in Europe -2018 report

 

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