Verso la green economy, la transizione parte a Rimini con gli Stati generali

di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

Che 66 organizzazioni d’imprese della green economy italiana definiscano, per la prima volta, un programma per la transizione alla green economy, articolato in 10 proposte, è già un fatto di rilievo. È noto che la green economy in Italia sia una realtà consistente: un’indagine del 2015 fatta dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile ha accertato che la green economy coinvolge nei settori core-green – che producono beni e/o servizi di valenza ambientale – già il 27,5% del totale delle imprese e che con quelle go-green – le imprese che pur non producendo beni e servizi di valenza ambientale hanno adottato modelli di business green – si aggiunge un altro 14,5% delle imprese italiane.

Ma arrivare a definire con gruppi di lavoro istruttori e approvare nel Consiglio nazionale un Programma per la transizione alla green economy è un fatto di rilievo, perchè configura una visione strategica delle principali problematiche della nostra epoca, individua tematiche prioritarie (clima ed energia, circular economy, rigenerazone urbana, mobilità urbana sostenibile, qualità ecologica delle imprese, agricoltura sostenibile di qualità,tutela del capitale naturale e gestione delle acque) e propone politiche e misure per affrontarle.

Questo programma sarà presentato all’apertura degli Stati generali del 7 novembre dove si chiederà una prima opinione alle forze politiche (del centrosinistra, del centrodestra e del M5s) in vista delle prossime elezioni.

Il confronto proseguirà e verrà approfondito successivamente con la richiesta d’incontri con una delegazione del Consiglio diretta a tutte le forze politiche. Gli obiettivi dichiarati di questa iniziativa sono due: contribuire ad arricchire e migliorare i programmi dei partiti in materia di green economy in vista delle prossime elezioni e far conoscere nel mondo della green economy le risposte che verranno date dalle forze politiche e dai candidati su queste proposte in modo che possano influire sulle scelte elettorali.

Ma diranno tutti che sono d’accordo con questo programma in campagna elettorale e poi se ne scorderanno subito dopo? Intanto vediamo chi dirà che è d’accordo; non è affatto detto che sia la gran parte dei partiti e dei candidati. Se vi fosse un ampio consenso sarebbe un fatto positivo: sarebbe un segno che sui temi strategici della green economy anche in Italia si stanno facendo passi avanti.

Non è affatto scontato che, preso un impegno su proposte precise, lo si scordi completamente dopo le elezioni. Anche perché il mondo della green economy, con le sue organizzazioni, ci sarà anche dopo le elezioni e potrebbe, fra un anno o due, proporre un bilancio pubblico, confrontando gli impegni presi con le politiche e le misure effettivamente sostenute e portate avanti.


Articolo originale pubblicato su Huffington Post Blog in data 03/11/2017
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