Incontro tra l’Osservatorio CCS e le Associazioni ambientaliste

L'incontro, presieduto da Edo Ronchi, si è svolto a Roma lo scorso 18 maggio per discutere gli orientamenti della Delibera Europea 2009/31/CE che regola le modalità dello stoccaggio sotterraneo della CO2 nel quadro della nuova tecnologia emergente della CCS (Carbon Capture and Storage), una opzione ritenuta promettente da tutti i paesi per contribuire a medio termine alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

Nelle stesse ore la Conferenza Stato-Regioni dava il proprio benestare al Decreto di recepimento della stessa Direttiva.
Le associazioni ambientaliste presenti (Kyoto Club, WWF, Greenpeace, Legambiente e Fare Verde), in un clima di ragionamento positivo e costruttivo, hanno discusso a fondo con i componenti dell’Osservatorio, gli amministratori pubblici, gli Istituti di ricerca e le imprese rilevanti del settore energetico, evidenziando ed argomentando una serie di obiezioni di natura ecosistemica, avanzando richieste di chiarimenti di natura scientifica con un maggiore impegno degli istituti di ricerca pubblici, e rivendicando con fermezza nuove procedure decisionali partecipate e nuove modalità di informazione del pubblico.

Tutte le Associazioni hanno convenuto sull’opportunità di un sollecito avvio della fase di sperimentazione pre-industriale della CCS, nell’alveo delle scelte dell’Europa e con la necessaria contribuzione da parte dell’Europa e del Governo. In dissenso il rappresentante di Greenpeace, l’associazione più critica sulle prospettive della CCS e più preoccupata per i rischi potenziali ad essa connessi, si è dichiarata contraria all’uso di fondi pubblici anche nella fase di avvio della sperimentazione.

Nelle conclusioni Edo Ronchi sottolinea che la definizione dei costi e delle penalità energetiche della CCS si andrà a definire con le esperienze programmate su scala globale, in Europa, ma anche nel nostro paese.

Fondamentale è il ruolo del monitoraggio nella fase di sperimentazione prima e di esercizio commerciale poi.

“Non possono essere orchestrate competizioni”, ribadisce Ronchi, “tra le tecniche di mitigazione. Esse devono viceversa essere messe in condizioni di svilupparsi appieno tutte quante.”

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