Tre priorità per un salto di qualità delle politiche green

di Edo Ronchi

dal blog HuffingtonPost

È tempo di bilanci della legislatura che sta finendo e di definizione dei programmi per le elezioni del prossimo Parlamento. Partendo da una riflessione sul Pd e l’ecologia che si sta allargando, anche l’ambiente sta entrando fra i temi di rilievo politico nel dibattito pre-elettorale.


E ci mancherebbe, con quello che sta succedendo in Italia e nel mondo fra crisi climatiche ed ecologiche! Ma non facciamoci illusioni: è già successo che dibattiti alimentati da qualche emergenza ambientale particolarmente grave e sentita, si siano spenti rapidamente, come fuochi di paglia. E anche che dibattiti politici in materia non abbiano poi avuto influenza sulle scelte elettorali.

Sono interessato a questo dibattito anche come componente del Consiglio nazionale della green economy – che comprende ben 66 organizzazioni di imprese green – che ha deciso di elaborare, in vista degli Stati Generali del novembre 2017, alcune proposte programmatiche sulle quali chiedere l’impegno delle forze politiche in vista delle prossime elezioni.

Che fare perché queste proposte possano produrre effetti concreti?

Intanto si dovrebbero evitare discorsi generici sull’impegno, passato e futuro, per l’ambiente: tutti possono dire di aver fatto qualcosa per l’ambiente (non fare proprio niente per l’ambiente è ormai difficile). Ma oggi un generico, episodico e minimo impegno delle politiche per l’ambiente non basta più, serve un salto di qualità.

Il primo passo per questo salto di qualità è il livello di priorità attribuito alle politiche ambientali fra le numerose politiche attuate e programmate. Il livello di priorità è un indicatore decisivo della consapevolezza, della visione e del reale impegno di un soggetto politico. Non è difficile dimostrare che, nell’era della più grave crisi climatica della storia dell’umanità, quando, in un mondo sempre più popolato e sviluppato, la pressione sulle risorse naturali è diventata insostenibile, la questione ecologica sia una priorità per il presente e il futuro del nostro benessere e del nostro sviluppo ed è altrettanto agevole dimostrare, con onestà intellettuale, che tale questione non sia entrata quale effettiva priorità nell’agenda delle principali forze politiche in Italia.

Il secondo è il rapporto fra politiche ambientali e politiche economiche. La vecchia e obsoleta visione politica porta a considerare la qualità ecologica essenzialmente un costo e la crescita economica l’obiettivo unico e realmente rilevante. Tale visione va superata puntando su una green economy e sull’elevata qualità ecologica, quale driver decisivo dello stesso sviluppo economico.

Mentre non è difficile provare che la green economy, anche in Italia, dispone di organizzazioni e di imprese di eccellenza, quando si passa all’esame delle politiche economiche – da quelle fiscali a quelle energetiche, dagli investimenti pubblici nella ricerca alle infrastrutture e alla gestione del territorio – si incontrano più ostacoli che sostegni.

Le politiche pubbliche puntano su una competizione fra Paesi basata sull’aumento del Pil e dei consumi, quelle socialmente più impegnate anche sulla riduzione dei tassi di disoccupazione. Sugli obiettivi ecologici invece le politiche nazionali, a differenza di quelle di altri Paesi avanzati, puntano ad evitare impegni troppo ambiziosi perché ritenuti troppo onerosi. Come se sugli obiettivi ecologici si vincesse la competizione riuscendo a fare di meno: non troppe rinnovabili, non una riduzione eccessiva di gas serra, riciclo sì, ma senza esagerare.

Così anziché puntare a competere con e fra i migliori in Europa nei settori strategici della green economy, – questo è la terza priorità – dove potremmo essere ben collocati, subiamo battute di arresto. E non c’è nulla di peggio, in una fase di transizione, di non aver chiara la direzione di marcia perché, come diceva quel vecchio saggio, “non ci sarà mai vento favorevole per quel marinaio che non sa dove andare”.

 


Articolo originale pubblicato su Huffington Post Blog in data 15/09/2017
Facebooktwitterlinkedinmail