Green acts IV | introduzione:

di Fabrizio Vigni

Città green. Città nelle quali l’architettura e l’urbanistica incontrano l’economia verde. Sono le città di cui si è parlato in occasione del Meeting di primavera organizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, nel corso del quale è stato presentato il Manifesto della green economy per la città futura. Il manifesto è aperto all’adesione di tutti coloro che vogliono sostenere il movimento delle città verso uno sviluppo sostenibile.

Hanno già aderito architetti di fama internazionale, sindaci, associazioni del settore, enti e istituti di ricerca, associazioni di imprese e leader sindacali. Un problema – quello delle città – strettamente connesso alla qualità dell’aria: è il tema affrontato nel Rapporto della Fondazione, che per la prima volta offre un quadro completo della situazione con un’analisi approfondita delle cause primarie dell’’nquinamento atmosferico nelle città italiane (con risultati a volte sorprendenti) e con le proposte di policy per risolvere il problema grazie alla green economy.

Una particolare attenzione è dedicata in questo numero al Documento di Economia e Finanza del Governo, che nei giorni scorsi ha avuto il via libera dal Parlamento. Si tratta, è vero, di un documento solo di carattere programmatico, non di rado disatteso al momento della legge di bilancio. Ma costituisce comunque un  utile quadro di riferimento per capire, insieme alle tendenze del quadro macroeconomico, anche quanto le politiche pubbliche si stiano orientando verso la sostenibilità e la green economy.

E da questo punto di vista va detto che il DEF 2017 contiene luci e ombre. Una novità positiva è l’introduzione, seppur ancora in via sperimentale, degli indicatori di Benessere equo e sostenibile. L’Italia diviene così il primo paese in Europa e tra i paesi del G7 ad affiancare al PIL anche indicatori di sostenibilità sociale e ambientale. Quanto agli strumenti di azione strategici, il DEF include la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile 2017-2030 e la definizione della nuova Strategia Energetica Nazionale (sulla quale si sofferma l’editoriale di Andrea Barbabella).  

Da valutare positivamente – anche se con qualche dubbio sulle disponibilità finanziarie – sono il progetto “Casa Italia” per la prevenzione antisismica, il piano contro il dissesto idrogeologico, gli indirizzi strategici sulle infrastrutture per la mobilità urbana.

Preoccupano, invece, i dati contenuti nell’allegato sulle emissioni climalteranti perché, nonostante gli impegni sottoscritti a Parigi, si prevede al 2020 un aumento delle emissioni. Va evidenziata, purtroppo, anche una insufficiente attenzione al tema dell’economia circolare per quanto riguarda le politiche per l’innovazione  e la competitività delle imprese. Non si intravede nel DEF una strategia forte e coerente di politiche pubbliche – a cominciare da quelle industriali e fiscali – per accelerare lo sviluppo della green economy. L’augurio è che l’introduzione degli indicatori di benessere equo e sostenibile nella programmazione economica e finanziaria, pur importante, non rimanga fine a se stessa, ma porti davvero ad un cambiamento di rotta.

Sempre in questo numero, insieme alle attività della Fondazione e a buone pratiche, segnaliamo  alcuni recenti provvedimenti normativi (tra cui il decreto sui titoli di efficienza energetica), la presentazione della Strategia nazionale sulla bioeconomia e di un rapporto che in questo settore colloca l’Italia al secondo posto in Europa, una iniziativa sulle opportunità per le imprese connesse alla  finanza per il clima.

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