Rapporto Yale-Columbia: Islanda prima per ecoprestazioni, Italia sopra la media europea,

L'Islanda è prima nel mondo per performance ambientali, l'Italia si colloca al diciottesimo posto con un punteggio superiore alla media europea.

Un panorama delle performance ambientali di 163 paesi è contenuta nella terza edizione dell’Environmental Performance Index (EPI) redatto da un team di esperti ambientali delle Università di Yale e Columbia che hanno preso in esame 25 indicatori ambientali, dalla salute dell’ambiente alla qualità dell’aria, dalla gestione delle risorse idriche alla biodiversità, fino ai cambiamenti climatici.

L’Islanda ottiene risultati ottimi grazie al controllo delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento e alla riforestazione.La seguono per migliori prestazioni ambientali la Svizzera, il Costa Rica, la Svezia e la Norvegia, tutte nazioni che hanno investito in infrastrutture, controllo dell’ inquinamento, e politiche di sostenibilità. Agli ultimi posti si trovano tutte nazioni africane, Togo, Angola, Mauritania, Repubblica Centro Africana e Sierra Leone. Gli Stati Uniti non salgono sopra la sessantunesima posizione, infatti accanto a risultati positivi in alcuni settori come l’accesso all’acqua potabile e la sostenibilità delle foreste, collezionano una serie di risultati negativi come le emissioni di gas serra e l’nquinamento atmosferico locale. Si trovano così molto indietro rispetto ad altri paesi industrializzati come la Francia al settimo posto, la Gran Bretagna al quattordicesimo, la Germania al diciassettesimo, l’Italia al diciottesimo e il Giappone al ventesimo. In Europa la posizione più bassa è quella del Belgio che si trova all’ottantottesimo posto. Anche le nazioni di nuova industrializzazione, come Cina e India, non sono in buona posizione, hanno rispettivamente la posizione 121 e 123, a dimostrazione dello stress ambientale causato dalla rapida crescita economica.

Dall’analisi dei dati appare che il reddito è il fattore determinante per ottenere buone performance ambientali, ma guardando alcuni paesi appare anche evidente che le scelte politiche sono determinanti. Ad esempio il Cile che ha fatto investimenti consistenti nella protezione dell’ambiente si trova al sedicesimo posto, mentre la vicina Argentina, che ha fatto ben poco, sta al settantesimo posto. Rigore, legislazione adatta, buon governo e mancanza di corruzione sono gli altri elementi che migliorano le performance ambientali. L’Italia ha ottenuto una buona posizione grazie alla qualità e la disponibilità d’acqua, la forestazione e la protezione degli habitat critici. Il risultato peggiore (10 su 100) lo ottiene per l’inquinamento da ozono.

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