Energia: Enea, da crisi meno CO2, ma a rischio investimenti in tecnologie low carbon

La crisi economica, secondo stime preliminari, avrebbe permesso una riduzione della CO2 nell' Unione Europea valutabile nel 6% nel 2008 e un risultato analogo è atteso per il 2009. Accanto a questa riduzione delle emissioni, però, la recessione mette anche a rischio nel medio e lungo termine, a causa dei bassi prezzi dei combustibili fossili e della scarsezza delle risorse finanziarie, gli investimenti in tecnologie low carbon, che diventerebbero meno sostenibili economicamente.

L’ impatto della crisi economica sugli scenari energetici globali è affrontata dall’ Enea nel suo Rapporto annuale “Energia e Ambiente” .
La crisi economica, come sottolinea il Rapporto, ha effetti su tre elementi chiave del panorama energetico: domanda, investimenti, ambiente. La domanda di energia, secondo le prime stime si sta riducendo. Nell’ ultimo trimestre del 2008 è stata riscontrata una riduzione globale della domanda di petrolio pari al 2,5% e nel 2009 la domanda globale di petrolio dovrebbe diminuire del 3% con un picco del 5% nei paesi Ocse. Mentre il consumo globale di elettricità vedrà un calo del 3,5% nel 2009.
Per quanto riguarda gli investimenti energetici, le prime elaborazioni indicano una diminuzione di tutti gli investimenti, ad iniziare da quei progetti ritenuti più rischiosi per ragioni tecnologiche, economiche e geopolitiche. Preoccupa, per quanto riguarda il settore elettrico, la contrazione degli investimenti per le rinnovabili che si stanno riducendo in misura proporzionalmente maggiore rispetto alle altre tipologie di generazione elettrica (fino al 40% in meno nel 2009 rispetto al 2008). Si riducono così -osserva l’ Enea- da un lato i consumi di fonti fossili e le conseguenti emissioni, dall’ altro invece si rendono le fonti fossili più concorrenziali con le tecnologie per l’ efficienza energetica e con le fonti rinnovabili e il nucleare -tendenzialmente più costose- minando quindi quel sistema di cambiamento del sistema energetico e di riduzione delle emissioni che era favorito dall’alto prezzo dei fossili
Sul fronte strettamente ambientale , l’ Enea osserva come il possibile ritardo degli investimenti tecnologici e il probabile lock-in del sistema energetico su investimenti e tecnologie non compatibili con gli obiettivi di mitigazione di lungo periodo, ma economicamente più attraenti nel breve termine, potrebbe in definitiva determinare nel medio-lungo termine addirittura emissioni più alte di quelle previste negli scenari pre-crisi, soprattutto se al termine della fase recessiva i consumi energetici dovessero riprendere a ritmi sostenuti, cancellando i benefici di breve termine.
In ultima analisi, dice l’ Enea, affinché la crisi in atto possa determinare effetti strutturali di cambiamento verso un sistema energetico più sostenibile, sono necessari segnali di prezzo tali da indurre delle accelerazioni nella sostituzione dei fossili. Tali segnali possono soltanto in parte provenire dal mercato. Un ruolo fondamentale, a questo proposito, deve essere svolto dalle politiche energetiche e ambientali.

E’ possibile consultare il Rapporto sul sito: www.enea.it

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