Ambiente in tempo di crisi: cresce coscienza degli italiani e fiducia in green economy

Produrre meno rifiuti, sprecare meno acqua e materie prime, tassare chi inquina, non fidarsi delle istituzioni, ma delle associazioni ambientaliste e riporre speranze nella green economy.

L’Ipr marketing ha tracciato l’identikit dell’ambientalista in Italia, oggi più consapevole di un tempo, nella ricerca “Ambiente, Inquinamento, Green economy“, realizzata per conto del Partito democratico europeo.

 

L’inchiesta ha interessato duemila cittadini disaggregati per sesso, età e area di residenza. Alla domanda su quali istituzioni fanno di più per la tutela dell’ambiente, un 23% ha risposto nessuna, mentre solo l’1% ha indicato i partiti. La fiducia, invece, in questo caso va alle associazioni ambientaliste, indicate da un 53%. Accanto a questa convinzione della scarsa affidabilità di politica e istituzioni in materia ambientale è una profonda coscienza ‘verde’ ormai radicata negli italiani, tanto da considerare le scelte green non solo un necessario modello cui improntare lo stile di vita ma anche un settore di sicuro sviluppo economico.

 

Più nel dettaglio delle singole questioni, alla domanda se l’ambiente in tempi di crisi possa essere considerato una opportunità o un vincolo, l’80% ha risposto una opportunità per un sistema nuovo più attento a evitare sprechi. Contro il 15%, che ha parlato di un vincolo perché in tempi di crisi l’attenzione per l’ambiente passa in secondo piano. Ancora, con la crisi crescono le opportunità per la green economy in termini di crescita di produzioni verdi, riorganizzazione di trasporti e edilizia, uso di fonti rinnovabili? Il 73% condivide molto o abbastanza il concetto, solo il 23% invece non lo fa. Al quesito, se la green economy creerà nuovi posti di lavoro, ha risposto positivamente un 72%, contro un 19% che considera l’ipotesi poco credibile. Gli italiani stilano anche l’elenco delle urgenze ambientali: un 97% indica la riduzione dei rifiuti, un 96% sprecare meno materie prime, un 95% sprecare meno acqua, un 95% spostarsi con mezzi meno inquinanti, un 85% tassare le attività inquinanti. Infine, il campione della ricerca rivela di aver organizzato già negli ultimi 2-3 anni la propria vita in maniera più verde.

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