Eolico: gli scenari globali tra aspettative e incertezze, nuovo Rapporto

Intervenire sul settore della produzione elettrica, responsabile del 40% delle emissioni mondiali di CO2 da combustibili fossili, è strategico nella lotta al cambiamento climatico, e l'eolico rappresenta in questo senso una delle tecnologie più mature e promettenti.

Il Global Wind Energy Council, l’associazione mondiale delle imprese dell’eolico, ha pubblicato la quarta edizione del Global Wind Energy Outlook, elaborato in collaborazione con Greenpeace International. Nel 2011 il parco eolico mondiale ha raggiunto i 240 mila MW di potenza installata, generando investimenti per oltre 50 miliardi di euro/anno ealimentando una industria in grado di garantire circa 650 mila posti di lavoro. Il rapporto propone tre diversi scenari con orizzonte al 2020 e al 2030.

 

Il più prudente è quello presentato nel World Energy Outlook 2012 dell’International Energy Agency (relativo allo scenario centrale, il New Policies Scenario) Secondo tale scenario, la potenza eolica globale salirebbe a circa 587 mila MW nel 2020 e a 918 al 2030, garantendo un livello occupazionale solo poco più alto di quello attuale (circa 700 mila posti di lavoro).

A partire dalle previsioni macroeconomiche dell’IEA, vengono elaborati due scenari più ambiziosi.

Il primo, indicato come Scenario moderato, prevede circa 760 mila MW di eolico al 2020 e 1.620 al 2030, mentre nello Scenario avanzato questi valori crescerebbero fino a raggiungere rispettivamente 1.150 e 2.540 mila MW. Restando allo scenario più ambizioso, l’eolico potrebbe arrivare a soddisfare circa il 12% della domanda elettrica al 2020 e il 22-25% alla fine del decennio successivo, movimentando flussi di investimentopari a 150 miliardi/anno nel 2020 e quasi 170 nel 2030, e garantendo rispettivamente 2,1 e 2,6 milioni di posti di lavoro. Senza contare ovviamente i risultati sul clima: verrebbero infatti tagliate 1,7 miliardi di emissioni di t CO2 nel 2020 e ben 4 miliardi nel 2030. Ma oltre a illustrare i potenziali di crescita di una tecnologia strategica nella lotta al cambiamento climatico, il documento lancia anche un avvertimento. Negli ultimissimi anni, complice la crisi economica, il settore ha mostrato un certo rallentamento che potrebbe protrarsi anche nei prossimi anni: stando ai dati provvisori disponibili per l’Italia, il 2012 si preannuncia un anno nero, con un calo nella potenza installata rispetto al 2011 che potrebbe aggirarsi tra il 15 e il 25%. Per ripartire, secondo il Global Wind Energy Council e Greenpeace International, saranno necessari nuovi e più decisiinterventi che dovranno mirare, tra le altre cose, a creare un mercato del carbonio efficace, a ridurre ed eliminare i sussidi alle fonti fossili e a dare stabilità e credibilità alle politiche nazionali.

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