Mission

“I problemi non possono essere risolti usando gli stessi schemi mentali che li hanno generati”(Albert Einstein)

 

Aurelio Peccei, un manager italiano con esperienza internazionale, è stato tra i primi, all’inizio degli anni Settanta, a capire che una crescita economica basata sull’espansione della produzione di serie e sui consumi di massa è destinata a scontrarsi con i limiti posti dalle risorse naturali disponibili e dalla capacità di carico del Pianeta.

La globalizzazione dello sviluppo economico – che ha coinvolto nuovi grandi Paesi, raddoppiando in pochi anni i consumi di energia di origine fossile – sta causando una crisi climatica di una gravità senza precedenti. Lo sviluppo sostenibile è così diventata la questione
prioritaria della nostra epoca.

Lester Brown, definito dal Washington Post uno dei pensatori più influenti del mondo, ha scritto: “È inevitabile un massiccio cambiamento. Resta un interrogativo: questo cambiamento si realizzerà perché saremo capaci di agire con rapidità nella trasformazione del sistema economico, o perché non saremo riusciti a mobilitarci in tempo e la civiltà contemporanea avrà cominciato a collassare?”.
Se vogliamo che la nostra civiltà abbia un futuro dobbiamo realizzare una grande e impegnativa riforma dello sviluppo. Questo nuovo impegno, insieme locale e globale, richiede sforzi straordinari ed è l’unico in grado di offrire prospettive per il nostro futuro.
“Le iniziative temerarie e di grossa portata necessarie a porre rimedio alla crisi del clima sono esattamente le stesse che occorre intraprendere per risolvere la crisi economica e la crisi della sicurezza energetica”, ha scritto Al Gore. Occorrono infatti nuove idee e grandi capacità di progetto per far diventare lo sviluppo sostenibile parte della risposta alla crisi in atto e motore di un New Deal di questo nuovo secolo.

In Italia, per storia, caratteristiche territoriali ed economiche, vi sono potenzialità e possibilità concrete per uno sviluppo sostenibile. È realistico sviluppare attività compatibili con l’ambiente, avviarne nuove, rivitalizzare territori, innescare dinamiche di sviluppo locale, sollecitare un maggiore impegno e una più efficace operatività degli Enti locali e delle Regioni, attivare filiere che comprendano conoscenza, imprese e istituzioni.

Comincia a diffondersi la consapevolezza che lo sviluppo sostenibile è l’aspetto centrale della moderna responsabilità sociale d’impresa e che questa sfida, se ben affrontata, può rappresentare una grande opportunità. I modelli del consumismo degli ultimi decenni del secolo scorso, già ridimensionati, non sembrano destinati a durare. Potremo vivere meglio in tanti se saremo capaci di introdurre saggi cambiamenti, non solo in molte produzioni, ma anche nei nostri consumi e stili di vita.

Edo Ronchi
Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile

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